Lo spettro del calcioscommesse torna ad agitare il calcio italiano. E stavolta è coinvolto un arbitro che dirige fra i professionisti. Dallo scandalo degli Anni Ottanta all’inchiesta di Cremona del 2011 si è visto quasi di tutto: giocatori compromessi, dirigenti coinvolti, compagni di squadra intossicati per farli giocare male, telefonini distrutti temendo intercettazioni. Ma mai era stato coinvolto un direttore di gara.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo su una vicenda che risale a prima dello stop dei campionati per la pandemia. Bisogna riavvolgere il nastro e tornare a fine gennaio. A raccontarlo è l’edizione odierna di Repubblica: “In Federcalcio arrivano periodicamente le segnalazioni sui flussi anomali di scommesse: quando vi è un eccesso di puntate su una partita e su un risultato, le agenzie di betting informano i Monopoli di Stato. Stavolta però c’è un altro evento singolare. Una partita di Serie C su cui gli organi di controllo avevano registrato anomalie è stata poi sospesa a pochi minuti dalla fine per un infortunio dell’arbitro. Non si trattava di un incontro di particolare interesse, né locale né di classifica, eppure aveva attirato l’interesse degli scommettitori: inevitabilmente si sono accesi i fari. Anche perché i flussi anomali di puntate erano confluiti su un risultato diverso da quello che stava maturando in campo. In Serie C non è prevista la presenza del quarto uomo, che può sostituire il direttore di gara. Se l’arbitro si ferma, la partita è sospesa. È proprio quel che è accaduto questa volta. Per effetto di quell’infortunio chi aveva scommesso cifre importanti sul risultato finale — e non erano pochi — non le ha perse: un dettaglio che ha fatto scattare la segnalazione di alcune agenzie, non solo italiane.
La Procura della Federcalcio, di fronte a una segnalazione tanto singolare, ha approfondito la situazione. Ha esaminato a ritroso la carriera dell’arbitro infortunato — parliamo di partite di seconda fascia: Serie C e Campionato Primavera — trovando una serie di anomalie: tante espulsioni, tantissimi rigori fischiati, spesso due a partita, spesso combinati proprio con un rosso. Partite che avevano dato adito a proteste rumorose, ma nulla che somigliasse a una prova. Non avendo allora gli strumenti per andare avanti, ha inviato la documentazione alla Procura di Roma. Che ora sull’argomento vuol vederci chiaro. Formalmente non ci sono indagati per la vicenda, solo dei sospetti su cui lavorare, ma l’attività è molto avviata. E potrebbe anche soltanto servire come garanzia delle persone coinvolte: magari certificando la buona fede del direttore di gara, che ha potuto continuare ad arbitrare regolarmente fino a marzo, ossia poco prima del lockdown”.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro