In fondo alla Coppa Italia si nasconde una domanda ovvia. Ha ancora senso un torneo oscurato da Champions, campionato e finanche Europa League? Gli stadi vuoti, San Paolo compreso, offrono l’immagine del fallimento. Gli esperti di marketing raccomandano di non lasciare sgombri gli spazi inferiori delle tribune: se ripresi dalle telecamere, allontanano gli sponsor. Se questo è contributo di creatività della Lega ai club. Lo spontaneo Gigi Delneri certifica il flop con tutta la franchezza che ricorda nella dizione un montanaro brillo. Definisce alla vigilia della sfida «un impiccio» l’appuntamento con il Napoli, ed ha anche ragione. Sull’orlo del burrone, volete che sogni un’impresa in serie A? La Coppa spiega il campionato. Riflette verità ora più facili da rileggere. L’esclusione della Roma, sconvolta dallo Spezia, club di serie B, ne riduce le velleità: sembra quasi fuori dal giro scudetto, ma sembrava già chiaro domenica con quella difesa allo stremo e sette punti di ritardo dall’Inter. Lo stesso la Fiorentina: bocciata dal Carpi, lascia solo qualche dubbio. Chissà se è un tonfo utile per rimettersi in pista oppure è la sbandata di una formazione involuta dopo un avvio folgorante? Ripensando alla Roma, una squadra così depressa rimette in discussione il pareggio del Napoli: era stanco, domenica. Tutto più chiaro. La Coppa Italia proietta il Napoli nei quarti, avversaria l’Inter, il 20 gennaio ancora al San Paolo, salvo accordi diversi. Lascia qualche traccia interessante solo sul taccuino di Sarri, allenatore che prende appunti con l’avidità di chi frequenta un master. Dopo la stinta vittoria deve tuttavia chiedersi se Mertens, per operosa vivacità, sia davvero da panchina. Non solo il gol. Mertens ha giocato con la travolgente allegria di chi si è recuperato ai livelli più alti. Il raffronto momentaneo con Insigne lo vede in vantaggio: gioca per sé e per la squadra, la sostiene con lucidità. Quello che mancava a Insigne domenica scorsa: non era solo egoista, ma appannato nei riflessi e nella visione di gioco. Meglio di domenica è apparso El Kaddouri, che segna il primo gol e si ripropone. Ha risorse tecniche importanti, supera bene l’avversario, non gli manca il fisico. Una alternativa ad Hamsik, così come Valdifiori sembra pronto per dare il cambio all’ultimo Jorginho. Alternative opportune in attesa che la società investa. Sarri non è più il debuttante timido costretto a subire un mercato avaro come ad agosto, ieri ha parlato. Onesto e chiaro. Se il Napoli punta davvero ai primi posti deve investire. La palla passa a De Laurentiis, che brutto assist.
Fonte: Repubblica
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