«Il Daspo va allargato a tutti gli sport per evitare che i violenti del calcio finiscano per rovinare tutto insinuandosi nella pallacanestro». Il presidente della Legabasket, Valentino Renzi, ne è convinto. Renzi, che è stato gm anche a Pozzuoli, è in carica dal 2009 e resterà in sella fino a luglio, quando verrà sostituito al termine del suo quinquennio, da Minucci, patron della Montepaschi.
C’è un pericolo di inquinamento, Renzi?
«Se uno di questi personaggi protagonisti della rissa di Torino è stato colpito dal provvedimento del Daspo, vuol dire che precedentemente ha avuto una condotta violenta, dunque negli stadi non può più entrare. E allora si sfoga andando a creare disordini nei palasport di basket. Insomma, aggira l’ostacolo, in un certo senso. Se si va alla partita con le mazze e le cinghie nel bagagliaio di un’auto, mi pare chiaro che le intenzioni non siano proprio pacifiche».
Dunque sarebbe necessario bloccarli per tutte le manifestazioni?
«Ovvio, perché se vengono pescati con il Daspo sulle tribune, vanno dritti in galera. E questo è un bel deterrente. Vengo spesso chiamato dall’Osservatorio dello Sport del Viminale per un resoconto della situazione nella pallacanestro e alla prossima occasione farò presente questa cosa. È una carenza normativa, perché pur essendo ovvio che il Daspo è un’esagerazione nel basket, diventa l’unico modo che si possiede per evitare questo pericolo. Spero che le leggi lo consentano e che si possa intervenire rapidamente. Non possiamo permettere che un ambiente sano venga distrutto da questi delinquenti».
È un problema di cultura sportiva?
«Fare paragoni è sempre antipatico, ma il nostro mondo è diverso a prescindere. Mediamente c’è educazione, rispetto, pur ammettendo che a volte si esagera. Ma sempre dal punto di vista del tifo. Chi va a vedere una partita senza sapere le regole, magari urlando gol ad ogni canestro e con i bastoni nascosti nella macchina, deve restare fuori. Riguardo le offese rivolte domenica ai tifosi partenopei con cori di chiaro stampo calcistico, scommetto che anche quelli non vengono dagli appassionati di pallacanestro. I baskettari doc non ce l’hanno proprio nel Dna. Ma ritengo questo un problema circoscritto. E credo che nel basket non ci sarà mai la chiusura delle curve come avviene per il calcio».
Fonte: Il Mattino.
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