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Renica: “Napoli, così si fa una grande rimonta. A Benitez dico che…”

Più forte che bello, il Napoli attuale. Alessandro Renica di rimonte se ne intende: «Qui non è che devi recuperare dieci punti, devi vincere per 2-0. E ditemi: per questo Napoli può essere mai un’impresa quella di fare due gol al Porto?». La sensazione che la risposta sia no. Renica, stasera il Napoli deve ribaltare uno 0-1 rimediato nella gara d’andata. «So bene che i tifosi del Napoli, quelli che hanno superato i 30 anni, non possono non ricordare la rimonta delle rimonte, la gara più sensazionale di quegli anni azzurri: è vero che allora la vera Juventus eravamo noi, ma battere quella autentica per 3-0 è stata la gioia più grande della mia esperienza azzurra».

Addirittura? Persino più dello scudetto?

«Fu un concentrato di adrenalina pura. All’idea dello scudetto ci siamo abituati domenica dopo domenica, vittoria dopo vittoria… Ma quei 90 minuti sono stati qualcosa di allucinante sotto il profilo delle emozioni: 100mila tifosi sugli spalti e almeno 20mila all’esterno che quasi non ci fecero entrare nello spogliatoio».

Ha detto 90 minuti: un lapsus?

«Beh sì… Il mio gol alla fine del secondo tempo supplementare è stato qualcosa di unico. Per Napoli, il Napoli e per la mia stessa vita. Non credo di aver mai provato né prima né dopo una gioia paragonabile a quella>>.

Qualcosa in comune tra quel Napoli-Juve del 15 marzo 1989 e questo Napoli-Porto?

«Pochissime. Per prima cosa, quella era la Coppa Uefa che valeva quasi come una Coppa dei Campioni, forse persino qualcosa di più perché vi entravano a far parte le migliori. E poi noi allora eravamo la squadra da battere, se avessimo giocato a Torino o a Milano avremmo vinto 10 scudetti consecutivi e almeno una Coppa dei Campioni».

E questo Napoli?

«Sta crescendo. Benitez deve continuare a tenere fede alle sue promesse: puntare alle vittorie con il gioco. Negli ultimi tempi vedo qualche involuzione: vince di più, ma lo spettacolo latita».

In parecchi vanno avanti così.

«Io ho visto il Napoli vincere a Verona e quel pomeriggio a lunghi tratti la squadra azzurra ha dato spettacolo. Poi l’ho rivista in questa ultima settimana e sotto il profilo del cinismo mi ha ricordato l’Inter di Trapattoni, quella del record».

Un paragone, forse, esagerato?

«Il Napoli di Benitez è un’altra cosa rispetto all’Inter dei record… Come mentalità Rafa è un offensivista radicale, uno che ha nel Dna andare all’attacco e basta. Il mio confronto era per dire che era stato cinico e fortunato, proprio come quell’Inter lì».

Sembra che abbia ancora il dente avvelenato?

«Penso che l’anno in cui vincemmo la Uefa avremmo potuto rivincire lo scudetto… A San Siro, nello scontro diretto, l’arbitro Agnolin ce ne combinò di ogni tipo: loro vinsero e festeggiarono il campionato proprio davanti a noi».

Ma secondo lei, è più importante il secondo posto o vincere l’Europa League?

«Un tifoso dirà la Coppa tutta la vita, però è chiaro che per la pianificazione della prossima stagione è vitale avere la certezza di prendere parte alla Champions, senza playoff di agosto. Però anche sotto il profilo della crescita è importante trionfare in Europa: non a caso l’anno dopo la Uefa facemmo il bis anche in Italia».

Stasera saranno in 55mila: un record, o quasi, per un ottavo di Europa League.

«Non mi stupisce. E il calore del pubblico napoletano sarà fondamentale: sono certo che a Laudrup venne fischiato il fuorigioco perché l’arbitro era ancora sotto choc per il caos sugli spalti della gente».

Dia un consiglio a Benitez.

«Vorrei dirgli: non avere fretta, pensa che la partita è lunga. Ma lui è un tecnico all’inglese e farà il contrario». 

Fonte: Il Mattino

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