Minuto 119 di Napoli-Juve, ritorno quarti di finale coppa Uefa 1988. Ultimo assalto degli azzurri, spunto sulla fascia destra di Careca, cross al centro e colpo di testa vincente di Renica: il gol del 3-0, quello della qualificazione. Ricorda quei momenti? «Indimenticabili, tra i ricordi più belli della mia carriera di calciatore, probabilmente il più bello in assoluto. Con quel gol sono entrato nella storia del Napoli: vincemmo 3-0, eliminammo la Juve, rivale storica, e con quell’impresa prendemmo lo slancio fino alla vittoria della coppa Uefa». A distanza di venticinque anni ci racconta ancora quel gol? «C’era un calcio d’angolo per noi, la difesa juventina riuscì ad allontanare, io da difensore sarei dovuto subito correre indietro verso la nostra area per recuperare, invece vidi che la respinta finì sui piedi di Careca e a quel punto in un attimo presi la decisione di restare in attacco perché conoscendo Antonio ero sicuro che quel pallone lo avrebbe messo in mezzo: così fu e io segnai di testa». Come riusciste a firmare quell’impresa? «Entrammo in campo con grande determinazione e soprattutto con grande voglia di rivincita, la sconfitta dell’andata a Torino proprio non era andata giù: fummo condannati da due episodi, un’autorete e un altro tiro in porta. Questa rabbia fu determinante per ribaltare il risultato e centrare una grandissima impresa». E poi? «E poi in campo non sbagliammo praticamente nulla. Pur dovendo giocare una partita di attacco, perché avevamo bisogno di recuperare, non perdemmo mai l’equilibrio ed evitammo di sbilanciarci. Fu questa la chiave determinante di quella serata». E il vostro Napoli nonostante campioni come Maradona e Careca era equilibrato... «Proprio così, tutti partecipavano alla fase difensiva, anche gli stessi attaccanti. Una squadra fantastica, un gruppo fantastico, eravamo molto uniti e questo nel calcio è un’altra cosa che fa la differenza». Questo Napoli può farcela? «Può farcela e deve crederci. Questo Napoli ha la potenzialità offensiva per fare tre gol a qualsiasi avversario. Chiaramente poi devi essere attento a non subirne». Da ex difensore come spiega i tanti gol subiti? «Credo che nell’organico dei difensori manca un difensore dal passo rapido, svelto sui primi passi, diciamo manca uno alla Fabio Cannavaro, ovviamente volendo indicare quello che è stato la massima espressione per il ruolo». Ma lei crede nella rimonta del Napoli? «Assolutamente sì. Il Napoli può farcela e Benitez ha l’esperienza giusta per affrontare questo tipo di partite. Per aprire un ciclo occorre del tempo e bisogna avere pazienza. Nessun allenatore ha la bacchetta magica per rendere tutto perfetto in tre mesi». Che Napoli si aspetta? «Un grande Napoli, su questo non ho dubbi. Gli azzurri giocheranno una grande partita e spero che riescano a firmare un’impresa come quella nostra contro la Juve nella coppa Uefa del 1988. Battere 3-0 l’Arsenal significherebbe entrare nalla storia del club». Quanto potrà contare il San Paolo? «Tantissimo, i napoletani sanno spingerti come nessun altro pubblico. Il Napoli deve crederci anche se l’Arsenal è una squadra fortissima».
Fonte: Il Mattino
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