Di quel Napoli degli scudetti e dei record era il libero, l’ultimo baluardo di una volta, quello che giocava un passo dietro a tutti quanti gli altri. Un libero però già moderno Alessandro Renica, il pallone infatti provava a giocarlo e segnava anche qualche gol: ora allena in serie D il Trissino Valdagno. «Centralmente ero difficile da superare, in un modo o nell’altro ci arrivavo sempre ed allontanavo i pericoli. Andavo un po’ in difficoltà quando gli attaccanti mi costringevano alle chiusure laterali e cioè mi portavano fuori dalla mia zona di competenza». Ora l’ultimo baluardo è Albiol, insuperabile anche lui: se l’aspettava così forte? «Sì, lo conoscevo, Albiol è fortissimo. Uno al di sopra della media, senza voler togliere nulla agli altri è il vero fuoriclasse della difesa. Fa sempre la lettura giusta ed è molto determinato. Forse anche lui si può mettere un po’ in difficoltà portandolo sugli esterni, così come hanno fatto gli attaccanti dell’Arsenal». L’analogia più forte tra questo Napoli e il suo degli scudetti? «La solidità del gruppo, lo spirito di coesione e l’umiltà dei suoi campioni. Vedo sacrificarsi nella fase difensiva Hamsik, Higuain, Callejon. In questo mi ricordano il grandissimo Diego che quando vedeva i compagni in difficoltà dava un mano anche in difesa, spesso lo trovavo al mio fianco a liberare l’area con una rovesciata». Ci dica qualche altra analogia… «Riscontro diversi punti di contatto tra Benitez e Bianchi, tutti e due maestri nel gestire le pressioni della piazza e la grande passione di Napoli, anche se caratterialmente diversi». E Higuain chi le ricorda, forse un po’ Careca? «No, mi ricorda più Giordano che giocava centravanti ed era fortissimo tecnicamente con tutti e due i piedi. Accosterei Bruno a Higuain. Careca amava partire dalla fascia, era fenomenale nell’uno contro uno ed aveva un tiro formidabile. Ecco, forse Antonio lo accosterei più a Callejon: il gol dello spagnolo al Catania è stato un vero gioiello. E pensare che il sinistro non è il suo piede migliore…». Behrami è il nuovo Bagni? «Senza ombra di dubbio. Ha le stesse caratteristiche di grinta e di corsa. Anzi sta facendo ancora meglio perchè la sua continuità è impressionante. Per me lui è l’unico veramente insostituibile del Napoli di Benitez perchè con la sua capacità di riconquistare palloni su palloni consente al tecnico spagnolo di giocare con quattro punte. E ora che in difesa i laterali sono contati potrebbe giocare anche da terzino destro». Cosa la sta impressionando di più di Benitez? «Mi sta piacendo molto come gestisce la rosa. Adesso se vuoi vincere devi far giocare tutti e gli organici devono essere composti da 24-25 giocatori. Gli impegni sono tanti e ravvicinati e non puoi giocare come una volta solo con undici calciatori. L’unico vero pericolo può essere rappresentato dagli infortuni, adesso con l’assenza di Mesto ci sono tre difensori fuori». Può essere l’anno del terzo scudetto? «Assolutamente sì. Il Napoli ha tutti i requisiti per vincere lo scudetto però dovrà conquistare tantissimi punti. La media sarà molto alta perchè è aumentato il divario tra le grandi e le piccole. Napoli, Roma e Juventus continueranno a prendere il largo».
Fonte: Il Mattino
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