Uno, due e ora tre, contati, ma per davvero. Non c’è rischio di dimenticanze. La storia rovistata sotto sopra non ne rammenta altri. Questi sono i portieri stranieri. Renard e uno, Navarro e due, e adesso Rafael: il terzo. Che sta firmando, sta arrivando. Il made in Italy garanzia tra i pali. Ottantasette anni di Napoli fidandosi sempre e solo, o quasi, dei portieri di casa nostra. La scuola più apprezzata che c’è. Stile, senso della posizione e tecnica di base. Da Pelvi, il numero uno in assoluto, il portiere azzurro in quel Napoli-Internazionale del 3 ottobre 1926, a Morgan De Sanctis. Eppure, ci sono stati loro, anche loro: Olivier Renard, belga; e Nicolas Navarro, argentino. Storie recenti. Per niente fortunate. Quella di Renard è del 2004. L’anno della C, della rifondazione. Due le presenze. Mezzora con la Samb e una partita intera a Giulianova. Ora gioca nella B belga. Andò via senza rimpianti. Navarro sembrava invece avere tutto. Fisico, personalità, talento. Ma erano i fondamentali da migliorare. E tanto. Arrivò a gennaio, serie A. Iezzo e Gianello infortunati, Sepe ancora ragazzino. Ventidue le presenze. Qualche parata, tanti errori, ancor più le scorribande notturne. Ultime apparizioni in Turchia. E’ senza squadra. I rimpianti, forse, li ha lui.
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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