La Storia (ri)eccola qui e stavolta non c’è un filo di retorica ad impossessarsi del romanzo: 60.0745 spettatori paganti, 2.541.504, 00 di euro di incasso, è il record di tutti i tempi, l’onda anomala che travolge il primato blindato da Maradona, però non per l’eternità. E’ una notte da evitare per i cardiopatici, perché i panzer non subiscono reti da undici partite, circa mille minuti, stanno dominando la Bundesliga e sembrano appartenere ad un pianeta irragiungibile. Gli alieni si presentano a modo loro, esibendo la capacità di palleggio e un’autorevolezza già nota, in due minuti che rischiano di spappolare il Napoli, già sotto per «colpa» di Kroos e dalla sue letale percussione centrale. Il calcio è psicologia, talvolta, e il Napoli lavora su se stesso, rimette ordine nella propria testa, sfoggia razionalità, subisce con dignità e poi si libera dalle catene, lanciando Maggio a destra: è un cross avvelenato, che trova Badstuber disarticolato, e produce il pareggio. Ma c’è un’altra partita, che Benquerenca – l’arbitro portoghese – gioca in compagnia di uno suo assistente, sconclusionato e però decisivo: quando la manina di Schweinsteiger sottrae il pallone dal destro di Hamsik, ci sarebbe il secondo giallo – e dunque il rosso – rigore e inferiorità numerica bavarese per un tempo e passa. Ma nessuno se ne avvede. E sempre in quell’area, ma in avvio di ripresa, Benquerenca viene indotto da Soares a fischiare un mani ininfluente – con braccio legato al corpo – a Cannavaro. La Storia chiede giustizia e ci pensa De Sanctis: un tuffo e via, a prendersi il pallone calciato da Gomez, sotto gli occhi degli dei.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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