Niente più rimonte. Niente più sofferenze. Il Napoli in avvio d’anno, è il 9 gennaio del 2011, fa le cose in grande. Regala, sì, un’altra notte magica al San Paolo che tracima gente e passione da ogni parte, ma lo fa da padrone del gioco e del campo dal primo all’ultimo minuto. Stavolta alla Juve non è concessa neppure la speranza, l’illusione. E neppure un gol. Il risultato, tre a zero, è di quelli che parlano da soli. E poi, quando a firmare tutte e tre le reti è lui, El Matador, vien da sé che è proprio Cavani il protagonista, l’attore principale del successo. Si porta a casa il pallone, il bomber d’Uruguay. Ma è ovvio che a girare come un orologio di grande precisione è tutta la squadra. Ormai il Napoli è una macchina perfetta di ripartenze e di velocità. E la povera Juve di Del Neri lo capisce subito, in avvio di gara. Sì, perché, anche questa è una novità, per la prima volta da quando s’è abituato a battere la Juve a Fuorigrotta, il Napoli fa un gol, anzi due, nel primo tempo. Gol che hanno più o meno tutti lo stesso dna. Primo: 20′, cross di Maggio e testa di Cavani. Secondo: 27′, cross di Dossena e testa di Cavani. Terzo: 9′ del secondo tempo, mezzo cross di Hamsik e ancora di testa, ma con spettacolare tuffo, El Matador alla prima tripletta della sua giovane carriera in maglia azzurra. Insomma, Juventus presa e strapazzata. Messa in riga dal primo all’ultimo minuto e con davvero nulla da recriminare. Siamo all’ultimo turno dell’andata e il Napoli sogna veramente in grande. Ha il diritto di farlo, tant’è che a fine stagione, dopo aver addirittura “pensato” allo scudetto per un po’, festeggia un comunque straordinario terzo posto che vuol dire Champions League diretta, senza preliminari. Mentre la Juve è costretta a leccarsi le ferite di un settimo posto che le costa il ritiro del passaporto per l’Europa.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
