NAPOLI – Il fattore R: da Rafa a Reina, c’è un tutto mondo che gira oltre quella porta. C’è la Spagna vista da varie angolazioni, c’è una simbiosi che va avanti da Liverpool in poi, c’è una rivoluzione in atto che comincia tra i pali e finisce in attacco.
Reina, perché Napoli? «Ho avuto la possibilità di ritrovare Benitez, l’allenatore dal quale ho imparato di più nella mia carriera: e sono felice di ciò».
C’è il debutto al san Paolo: prime impressioni avute dall’esterno? «Contro il Galatasaray ho potuto cogliere l’allegria della gente, la loro partecipazione: un pubblico meraviglioso »
Alle sue spalle preme Rafael. «Metterò la mia esperienza a disposizione. Rafael è bravo, ha un futuro. Ottimo rapporto con lui e con Colombo».
Questa è una città che ha tradizione forte di numeri 1. «E spero di far bene anche io. Voglio aiutare il Napoli a crescere ulteriormente».
Quanto valgono queste amichevoli? «Ci servono per conoscerci, per migliorare la condizione e gli automatismi. Ma il giorno importante è già fissato: il 25 agosto».
Domanda inevitabile: ci racconti Skrtel. «Calciatore fantastico ma ha un contratto con il Liverpool. Sono rispettoso dei ruoli, e dei compagni che sono in organico nel Napoli: non posso permettermi di parlare di ipotesi».
Avrà dato un’occhiata a Napoli. «Città fantastica e voglio imparare l’italiano in fretta. L’accoglienza è stata straordinaria, ci sono le condizioni affinché si possa vivere una stagione da protagonisti. Le nostre sensazioni sono positive e in testa abbiamo soprattutto un’idea: far diventare il Napoli ancora più grande. Benitez ha vinto tanto e ha vinto ovunque: spero possa farlo anche qui. Per costruire, serve tempo».
Il San Paolo mette pressione. «Sono uno spagnolo del Sud, ho giocato per otto anni con il Liverpool, e il contatto con la gente è importante anche per lei: ti spinge a vincere. Ma sono convinto che sarà anche possibile vivere la propria vita».
Lo scudetto è oggetto di discussione? «Non ne parliamo: siamo arrivati a Napoli con l’intenzione di riuscire un giorno a vincerlo, come accaduto negli anni ’80. Ma per riuscirci esiste un solo percorso: affrontare una partita per volta».
Che ambiente ha trovato? «Mi è venuto immediatamente in mente il Liverpool del 2005. Nel Napoli c’è qualità, lo spogliatoio è di assoluto livello».
La Juventus è la più forte, Buffon il principe dei numeri 1. «Penso onestamente che Buffon rappresenti – da quindici anni – un riferimento per chiunque giochi in porta. Ma quando lo affronteremo proverò, proveremo a batterlo».
NAPOLI – Il Real alle spalle e la Liga pure. A ventott’anni e per la prima volta in vita sua Raul Albiol, difensore a due ante e dalle credenziali importanti, si confronta con un calcio che non è quello di casa sua. Numeri alla mano, presenze delle ultime stagioni, era ora di cambiar aria, ma perché l’Italia.
E perché Napoli, signor Raul? «Via dal Real per giocare di più, ovviamente. E in quanto al Napoli, beh, mi ha convinto Benitez. Ma non ha dovuto faticare più di tanto per ottenere il mio sì. Napoli è una città che vive il calcio con una passione nota e eccezionale. E poi è stato il regno di Diego Maradona. Insomma, non potevo rifiutare».
Centrale, terzino di destra, talvolta pure centrocampista. Sa già dove giocherà? «Vero, in passato ho giocato in più d’un ruolo, ma da un po’ faccio il centrale di difesa. Credo d’essere stato ingaggiato per questo».
E se Benitez le chiedesse di giocare alla Busquets: davanti alla difesa? «Non ne abbiamo mai parlato. Ma non è importante. Sono qui per giocare e per giocare bene. Per il Napoli e anche per me».
Da napoletano, qual è il suo obiettivo?«Il primo è crescere come squadra. Il Napoli s’è rinnovato molto e la concorrenza è di qualità. Penso alla Juve, certo, ma anche al Milan, all’Inter, alla Roma».
Anche in quanto ad attaccanti il campionato italiano non sta messo male. Chi conosce? Chi pensa sia il più forte? «E’ vero, anche qui in Italia è di tutto rispetto la qualità dei bomber. Ma io, noi, ci prepareremo bene. E in quanto ai migliori, beh, quelli del Napoli non mi sembrano secondi a nessuno».
Pensa a Higuain? E’ suo amico. Ha spinto pure lei perché accettasse il Napoli? «No. Gonzalo ha fatto tutto da solo. Sono felice di averlo ancora compagno di squadra. Per questioni d’amicizia, certo, ma anche perché sono convinto che sarà decisivo per la buona suerte della squadra».
In attesa di Higuain, da Londra il Napoli è tornato con più di un problema difensivo. «Partite d’estate. Non sono preoccupato. Dobbiamo crescere e trovare il ritmo giusto. Anche nella fase difensiva, è vero. Ma lavorando sodo correggeremo gli errori. E dovremo farlo prima che cominci il campionato».
Sa che pure nella stagione scorsa il Napoli là indietro zoppicava? «A giudicare dalla classifica finale non si direbbe. Ma quello è il passato. Oggi per il Napoli si apre una stagione nuova con un progetto diverso e migliorativo. Voglio dire che dovremo fare un sacco di punti per tentare di stare in testa alla classifica. Ma perché ciò accada, tutto dovrà funzionare a meraviglia».
Da Mourinho a Benitez. Tra loro c’è molta differenza caro Albiol? “Molta, sì. Comunque, vivono di calcio e per il calcio e negli ultimi anni hanno vinto molto. La mia speranza è che Benitez ora possa vincere anche qui. E io con lui, è ovvio”.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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