Balotelli contro Reina, un duello troppo ripetuto per dare il massimo dei voti al Napoli e a Benitez. Il gol realizzato alla fine dal centravanti è certo una magra soddisfazione in proporzione ai grattacapi creati ma deve servire come campanello d’allarme per la difesa a disagio nel contenere la fisicità dell’ex interista.
Balotelli tira in porta, sempre con una certa incisività, 6 volte (sulle 8 totali del Milan!) in tutti i modi e da tutte le posizioni. Albiol e Britos cercano di contenerlo chiedendo l’aiuto di Behrami o provocandolo. Ma alla fine devono ringraziare la super vena di Reina che si oppone sempre con grande senso della posizione e ottima prontezza di riflessi. Il capolavoro sul calcio di rigore parato che interrompe l’infinita sequenza di penalty realizzati dal Balo.
Una prodezza originale e innovativa dal punto di vista tecnico-strategico. Si sa della rincorsa lenta e caracollante dell’attaccante del Milan. È un tempo prezioso che viene utilizzato per prendere informazioni sulle intenzioni del portiere. Invece Reina sfrutta a suo favore quel lasso di tempo avanzando con le spalle ma senza muovere i piedi. Lo sbilanciamento in avanti gli consente di accorciare la distanza dalla palla (quindi chiudere l’angolo di tiro dell’attaccante) e di abbassare il baricentro. Il tutto senza infrangere il regolamento (i piedi restano ancorati sulla linea di porta) e, soprattutto, senza dare alcun indizio a Balotelli che calcia senza saper cosa farà il portiere. Un’incertezza che ne aumenta lo stress emotivo. Il tiro è, in effetti, meno angolato del solito ma sarebbe stato comunque irraggiungibile se Reina non avesse potuto sfruttare quell’inclinazione di 16° del tronco per caricare come una molla la gamba destra e compiere un balzo felino sulla propria destra a tagliare in diagonale di tiro. L’impatto della mano sulla palla avviene un metro e mezzo fuori dalla porta. Andare incontro al proiettile è decisivo per evitare alla sfera di allargarsi.
Il Napoli ottiene due vittorie consecutive con avversari di grande spessore come Dortmund e Milan e non è casuale. Autorevole l’approccio alla gara, frutto di una preparazione meticolosa, di uno studio psicologico e tattico dell’avversario. Benitez sapeva di incontrare un Milan fragile con tante assenze e in crisi di risultati. Ha cercato di approfittarne aggredendolo sin dal calcio d’inizio. Prima è Insigne che sorprende Abate e offre un assist a Berhami che alza il tiro. Poi è Hamsik, in pressione alta, a lanciare Higuain, tiro a lato. Al 6′ su schema evidentemente preparato il Napoli passa: Britos e Albiol si incrociano mandando in tilt la statica difesa a zona del Milan.
Al 10′ Balotelli però inizia la sfida ravvicinata con Reina e la partita cambia, il Napoli si ritrae lasciando troppo campo al Milan, soprattutto sulle fasce. Insigne e Callejon sono costretti a ripiegare fino alla propria area facendo mancare il proprio sostegno in attacco. Higuain soffre così di solitudine: a Cavani bastava una palla lunga per esaltarsi negli spazi, il Pipita è giocatore più pensante e più tecnico, ha bisogno del dialogo coi compagni per trovare la giocata vincente.
In questa difficoltà creata anche dell’oggettiva reazione dell’avversario ferito, c’è il secondo merito del Napoli. Quello di reggere l’urto, saper soffrire, resistere ai tanti cross del Milan, frapporre sempre qualche barriera. Così il vantaggio regge per tutto il primo tempo seppur con qualche affanno. Il terzo merito del Napoli è quello di non rinunciare mai a pungere. Ma Insigne, sfiancato dal lavoro difensivo, non è lucido al momento dell’ultimo passaggio, come al 4′ della ripresa quando sbaglia un lancio facile per Callejon. Ci pensa allora Higuain: il gol è da bomber di razza. Protezione e torsione su De Jong, tiro violento sul primo palo di collo destro che piega le mani ad Abbiati. Purtroppo il doppio vantaggio (come già in Champions) non chiude la partita. L’ultimo quarto d’ora è di pura sofferenza col Milan padrone del campo col 72% di possesso palla e il Napoli arroccato a difendere con le unghie una vittoria storica.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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