NAPOLI – C’è nell’aria ed è nei vicoli, è al san Paolo (ovviamente) e negli angoli più sperduti di quella Napoli da amare. C’è per strada, c’è nei ristoranti, è nella testa della gente, nelle loro rievocazioni. C’è un’ombra e magari un fluido magico, o chissà magnetico, che riconduce a Lui. C’è e si avverte, e se n’è accorto pure Pepe Reina: due mesi appena per sentirlo, per coglierlo, per annusarlo e per capire che nulla potrà mai cambiare. « Maradona è il Dio e lo sarà a lungo ancora». C’è un uomo solo al comando delle emozioni e fa niente se i giovani l’hanno dovuto saggiarlo nei racconti dei padri e dei nonni: ma il tempo, quel galantuomo, potrà guarire le ferite di questo quarto di secolo quasi all’asciutto e prima o poi qualcosa potrà cambiare. «Io spero che possa accadere la stessa cosa con Higuain, perché è lui l’idolo dei nostri giorni».
TRICOLOR – C’è un orizzonte nel quale immergersi, un cielo azzurro da trasformare: c’è una Napoli che aspetta, che sogna, che spalanca gli occhi e si lancia tra quelle braccia energicamente rassicuranti d’una star che ha scelto Napoli, l’ha presa al volo ed ora se la gode dal balcone della propria esistenza, che pure ne ha osservati di panorami. «Qui si respira calcio sempre, in qualsiasi momento. Qui il calcio è come una religione. E qui ovviamente il Dio è Maradona: vai in un ristorante e trovi un suo cimelio; va in un altro e c’è la sua camicia; vai in un altro e ci sono le foto con le dediche». Vai su Marca e leggi lo stupore per un passato che non muore mai, men che meno nei ricordi: quei sette anni che restano nel cervello e nella pelle di quella Napoli che Reina ora guida con le enormi mani. «E se ciò accadesse con el pipita…..».
IO STO QUA – Del doman non v’è certezza ed è inutile andare a scovare nella foschia d’un futuro ch’è ancora tutto da definire: la storia è nota, prestito secco dal Liverpool, poi magari se ne (ri)parlerà a giugno prossimo constatata la crescita (alle sue spalle) di Rafael, preso atto del giudizio complessivo dell’annata, verificato ciò che avrà fatto il Barça per sostituire Victor Valdes. Verrà fuori una miscela, a quel punto, e si potrà intuire e magari decidere e poi svelarsi al mondo intero: «Ma io intanto ho in testa soltanto il Napoli. Io voglio far bene qua, non penso ad altro. Non è il momento di distrarsi, devo restare concentrato su quello che ci stiamo giocando. E’ vero che il cartellino è di proprietà del Liverpool ed è vero, dal punto di vista normativo, dovrei tornare lì. Ma possono accadere tante cose. Del Barcellona non so assolutamente e con Victor Valdes non mi sono fermato a parlare delle sue prossime scelte: quelle appartengono a lui».
EL PIBE ED EL PIPITA – Si vedrà. Però prima bisognerà godersi Napoli, riportarla nel secolo scorso, regalarle un altro totem, fare in modo che succeda ancora, che il passaggio di Higuain resti impresso, scolpito nell’asfalto o nelle mura d’una città che Pepe Reina gusta avvertendo il “sapore” di Diego. «Il Dio è indiscutibilmente lui. E in questa città in cui il calcio è una religione, perché di calcio si discute sempre con passione, è destinato a restarlo a lungo. Non c’è da pensare al Barcellona, al prossimo mercato: io sto qui e ci sto bene e spero soltanto che l’amore riversato su Maradona possa essere riservata anche ad Higuain. E’ l’idolo di questa squadra…E se dovesse accadere…». Ci sarebbe nell’aria, nei vicoli e al san Paolo e negli angoli più sperduti qualcosa di nuovo e anche d’antico…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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