Non risulta che Benitez cammini sulle acque. Quindi prima o poi i suoi giocatori dovranno spiegare il perché di questa adorazione totale, questa fiducia illimitata nei suoi confronti. Un vero guru. Una sorta di totem. Raul Albiol e Pepe Reina hanno vinto con tutti e tutto, sono campioni del mondo e d’Europa e tant’altro. Eppure, pare che nella vita non abbiano avuto mai nessuno al di fuori di Benitez. Anzi Rafa. «Lui è il massimo che c’è, non credo di aver mai avuto uno più bravo di Rafa», spiega col sorriso di chi la sa lunga Pepe Reina, il nuovo portiere del Napoli.
Albiol non gli è da meno. «Se sono qui è perché non vedevo l’ora di tornare a lavorare con lui: lo conosciuto ai tempi di Valencia e non l’ho mai dimenticato… Rafa». Già. Benitez non è «il mister» o «el jefe», il capo. Benitez per i suoi fedelissimi è Rafa. E basta. Semplicemente. Albiol e Reina vanno incontro alla storia ognuno per conto suo. In maniera separata. Raul è un difensore centrale che si presenta con la sua barba nera bella folta e senza mai ammiccare alle domande. «La serie A è un campionato molto competitivo, c’è anche la Roma e la Fiorentina che possono vincere. Cosa ha di speciale Benitez? Tutto, lui è il top, un perfezionista e un vincente come Mourinho. Sono disponibile a giocare dove vuole lui, al centro della difesa o anche come terzino». Albiol giura di non pensare alla Spagna di Del Bosque. «Il mio obiettivo è vincere con Rafa qui a Napoli, poi se mi chiamerà per i mondiali sarò ancora più felice».
Il Napoli alla spagnola s’affida a Pepe Reina: otto anni a Liverpool. «Qui ritrovo l’entusiasmo che ho lasciato nel Sud della Spagna dove sono cresciuto (a Cordoba, ndr). È contagioso, basta però che i tifosi ogni tanto mi lascino mangiare una pizza…». Ama il prosciutto e ha già promesso ai compagni che appena sistemerà casa (non ha preso solo il posto tra i pali ma anche l’appartamento di Morgan De Sanctis) inviterà tutti a mangiare il «jamon». Il padre, ex portiere dell’Atletico Madrid (con una finale di Coppa Campioni persa nel ’74 contro il Bayern) ha gestito a lungo con una società che si occupava dell’esportazione dei prosciutti spagnoli, e il ragazzo, quando è andato a giocare nel Liverpool, decise di attrezzarsi: a casa sua c’era una stanza usata per mantenere nel migliore dei modi l’amato prosciutto. «Lo scudetto? Non parlo italiano ma so bene cosa significa questa parola – ride – ma quando dico che dobbiamo lavorare senza pressione mi riferisco proprio a questo: i tifosi non devono avere fretta, anche tutte queste preoccupazioni per qualche amichevole non andata bene. Quello che conta è essere al top nella testa e nelle gambe il 25 agosto». E su Skrtel: «È fortissimo, ma non so se il Liverpool lo dà via».
Reina usa toni pacati, parole misurate ed evita eccessi mediatici, ma Pepe sa arrivare dritto al bersaglio. «Noi sappiamo che cosa è stato il Napoli negli anni ’80 e il nostro obiettivo è tornare a quei livelli. Con Rafa ci riusciremo». Già Rafa. Un chiodo fisso. Reina parla di Benitez persino quando gli chiedono di Rafael. Ride: «Non avevo capito…Il brasiliano? Bravo, è giovane, crescerà», dice facendo intendere che la porta del Napoli sarà la sua. A partire da questa sera: nel test match col Benfica, alla presenza di De Laurentiis, giocheranno entrambi. Con Pandev preferito a Higuain.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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