Il «Pepe» è ovunque: nelle frasi che sgorgano fiduciosamente, nella stima di se stesso da non confondere con la presunzione, nella autorevolezza sprigionata attraverso una sicurezza da uomo che non deve chiedere mai. Reina, già: quello di Liverpool, quello che s’è visto sfilare dalle mani la Champions dal Milan, quello che ha però una bacheca da restare imbarazzato, quello che non ha paura – e ci mancherebbe – ma che oppone con fierezza la propria, indiscutibile personalità. Quello che s’è messo in testa l’idea meravigliosa di non rinunciare a niente: c’è un anno avanti. «E noi siamo qua per vincere».
E’ un momentaccio per voi, Reina: due sconfitte e malumore diffuso.
«Ma si può perdere a Torino contro la Juventus. Mentre con la sconfitta con il Parma abbiamo semplicemente avuto la conferma che in serie A non esistono sfide facili. Ma dopo due gare del genere, la voglia di riscattarsi aumenta: e noi vogliamo fare una grande partita e tornare a casa con la qualificazione. Perché quelli del Napoli son fatti così».
E quelli del Borussia Dortmund non sono fatti male: possibilità della vigilia?
«Per cominciare, va sottolineato che il girone non finisce stasera, perché poi c’è un’altra partita. E comunque bisogna anche stare attenti a ciò che accadrà a Londra, perché il Marsiglia potrebbe vincere e, nel caso ci andasse male, a quel punto dipenderebbe da noi. Ma sia chiaro un concetto: noi vogliamo passare il turno subito, non ci siamo posti alternative, siamo concentrati al punto giusto. Il resto non ci interessa».
Per uscire imbattuti serve la gara da uomini veri: in situazioni del generi, un calciatore esperto che fa, un appello ai compagni?
«Non ce n’è bisogno, perché chiunque appartenga a questo gruppo sa cosa serve per battere il Borussia. La prima cosa è l’intensità e da quella non si può derogare. La seconda è evitare di fare calcoli e neppure questo ci appartiene: ma se dovessimo scendere in campo per pareggiare, se entrassimo in partita con paura, se esagerassimo nel rispetto che si deve ad un club come quello tedesco, allora ci faremmo del male da soli. Noi sappiamo come si affrontino avversari dello spessore del Borussia».
Un’impressione suggerita dal campo, in questi primi tre mesi: che il Napoli sappia essere più pronto, a presa rapida, per la Champions, che per il campionato.
«Ma non sono d’accordo. Abbiamo una sola mentalità ed è vincente. Non bisogna dimenticare che qui è arrivato un nuovo allenatore, che gran parte dell’organico è composto da calciatori arrivati da lontani. E dunque, non era facile partire come abbiamo fatto: il miglior avvio della storia, sino alla sconfitta con la Juventus».
Dovesse scegliere, però, la Champions o lo scudetto?
«Non è da noi, che ragioniamo come fa un grande club»
Sarà banale, ma sembra plausibile: il Borussia andrà subito all’attacco, come si dice in questi casi, una partenza sparata.
«E noi faremo la stessa cosa. Giochiamo in casa loro, ma sapremmo farci trovare pronti. Sono certo che nessun calciatore del Napoli avrà un solo dubbio sul come comportarsi».
Ha un’arma per chiudere il discorso qualificazione.
«Giocare come sappiamo, come il Napoli ha fatto fino ad ora. Dall’altra parte ci sono uomini di enorme potenzialità, vero, però noi vogliamo gli ottavi di finale. E proprio se non riuscissimo, potremmo sempre battere l’Arsenal 4-0 al San Paolo. Procediamo per la nostra strada».
A voi basta un pareggio e due risultati su tre…
«Non ci condizioneranno. Chi ha maggiori pressioni sono loro: se non vincono sono fuori. Noi non ci culliamo su questo minimo vantaggio, giocheremo da Napoli»
Fonte: Corriere dello Sport.
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