Parlano spagnolo quattro dei cinque stakanovisti del Napoli: Reina, Albiol, Callejon ed Higuain. L’altro è svizzero, ed è l’unico della vecchia guardia ad aver giocato tanto, Gokhan Inler. Resta evidente che il tecnico arrivato da Liverpool abbia voluto trasmettere un’anima prettamente spagnola alla sua nuova squadra per avviare il progetto concordato con De Laurentiis in estate. Una sorta di garanzia per evitare possibili sbandamenti durante il percorso. Benitez suggerì, De Laurentiis e Bigon provvidero a concludere. E l’intuizione si è rivelata poi felice. I cinque irriducibili, coloro che hanno giocato quasi sempre e sfondato la soglia dei tremila minuti, hanno assicurato al Napoli un rendimento alquanto apprezzabile uscendo a testa altissima dalle due competizioni europee e restando sempre in zona Champions in campionato. I cinque instancabili, ben distribuiti in tutti i reparti, hanno formato una sorta di telaio che non aveva e non ha avuto bisogno di rodaggio. Il Napoli ha trovato ben presto una sua fisionomia anche se alla distanza il motore ha accusato qualche battuta a vuoto. Era prevedibile, del resto. Non potevano Albiol e Callejon sottoporsi a straordinari per mesi interi. E negli ultimi tempi hanno cominciato a rendere al di sotto delle aspettative. Benitez sperava di poter avvicendare alcuni di loro con elementi che esistevano in organico. Dare loro il necessario respiro. Soprattutto quando la stagione era entrata nel vivo con un impegno ogni quattro giorni. Ma ad un certo punto ha dovuto fare i conti con l’infermeria che non è mai risultata svuotata del tutto. Prima Zuniga, poi Mesto, quindi Britos, infine il giovane portiere Rafael. Quattro calciatori out e tutti nello stesso reparto. E così Benitez a gennaio ha cercato di rimediare dando il via libera agli acquisti di Revelliere, Ghoulam, Henrique ed il portiere Doublas. Qualcosa lo hanno offerto i nuovi arrivati nel corso del turn over ma per certi ruoli chiave (portiere e centrale di difesa), Benitez non ha potuto fare a meno di schierare sempre gli stessi e cioè Reina ed Albiol. Quest’ultimo, poi, non aveva giocato con continuità nel Real Madrid l’anno precedente per cui si è esposto anche al rischio di infortuni muscolari giocando quasi sempre. Albiol non guida la classifica degli onnipresenti ma è quello che vanta più minutaggio di tutti. Continuando di questo passo varcherà la soglia dei quattromila minuti stagionali ed è sicuramente l’elemento chiave del Napoli targato Benitez: quello votato alle chiusure difensive ma anche colui che si propone allo scarico per i compagni durante la fase di possesso palla.
PUNTUALITA’ SVIZZERA – Spesso finito nel mirino della critica, Gokhan Inler rimane l’unico della vecchia guardia (insieme con Insigne) ad aver giocato quasi sempre e anche tanto. A centrocampo, sul piano della resistenza e del recupero della fatica, il nazionale rossocrociato ha offerto a Benitez quelle garanzie che altri suoi colleghi non sono riusciti a dare. Le condizioni fisiche di Behrami e le caratteristiche tecniche di Dzemaili hanno costretto il tecnico a ricorrere per ben quaranta gare ad Inler. Né l’arrivo di Jorginho, poco incline alla fase di contrasto, ha permesso di far tirare il fiato allo svizzero.
IL PIPITA – Discorso a parte per Gonzalo Higuain. Il Pipita ha collezionato ben 43 presenze con il Napoli ed altre 3 con la nazionale argentina per un totale di 3.447 minuti giocati. Ha già superato, ed anche di molto, il minutaggio della passata stagione (2.685) tra Champions, Liga, Copa del Rey e Nazionale. Ovvio che accusasse qualche battuta a vuoto, specie arrivati a questo punto della stagione. Ora l’impiego di Higuain sarà centellinato in funzione della finale di Coppa Italia (e anche del Mondiale) anche se lì per lì sembra non gradire le sostituzioni ma Benitez tiene molto al giocatore che ha voluto prima di ogni altro, insieme a Callejon. E per il futuro, il Napoli conta di aggiungere ai cinque stakanovisti altri calciatori capaci di sostenere tanti impegni nella stessa stagione.
Fonte: Corriere dello Sport
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