Caso già chiuso, insomma. Con un unico strascico. Lorenzinho resterà almeno per un po’ lontano da microfoni, interviste e telecamere. Così ha stabilito Rafa Benitez. Il trambusto di venerdì sera servirà da lezione. «Ho sbagliato anche io a insistere», ha ammesso il capo della comunicazione, Nicola Lombardo. Un vero presentatore, più abituato a calcare il palcoscenico, avrebbe capito al volo l’imbarazzo di Insigne: un ragazzo di 24 anni non ancora compiuti che ha tante qualità in campo, ma non è un fine oratore e nemmeno un estroverso. Invece il suo stato d’animo è stato sottovalutato. «Stasera preferisco non parlare», aveva chiesto l’attaccante del Napoli al momento di lasciare l’albergo, un po’ intimidito dall’impatto con quella piazza stracolma di gente. Ed è per questo motivo, conoscendone la debolezza, che i suoi compagni di squadra lo hanno messo in mezzo sotto i riflettori: con la goliardia che non manca mai in uno spogliatoio unito. Proprio le risate di Hamsik, Behrami, Dzemaili e tutti gli altri sono la prova del nove che smonta il caso. Nessuno di loro avrebbe avuto un comportamento del genere, infatti, se dietro al malumore di Lorenzinho si fosse nascosta una rottura grave con il club o con Benitez. Erano timidezza e rispetto per Ciro Esposito: nient’altro. L’hanno capito anche i tifosi, quel silenzio non nascondeva un caso.
Fonte: La Repubblica
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