Dall’addio di Cristiano Ronaldo, il Real Madrid ha deciso di puntare sempre più sui giovani per riaprire un ciclo vincente come quello passato, quando ancora c’era la stella portoghese, con alla guida Carlo Ancelotti prima e Zinedine Zidane poi, con la breve -e non positiva- parentesi di Rafa Benitez sulla panchina blanca. In estate, infatti, sono arrivati calciatori come Vinicius Junior per una cifra vicina ai 46 milioni di euro, e Alvaro Odriozola, terzino ex Real Sociedad, costato 30 milioni di euro. A questi vanno aggiunti Vallejo, Marcos Llorente, Federico Valverde, Ceballos e il più conosciuto Marco Asensio, che al contrario degli altri, non ha bisogno di presentazioni. L’arrivo di Santiago Solari sulla panchina del Real Madrid ha agevolato l’integrazione di queste nuove leve, senza escludere quello di Sergio Reguillon, il quale ha trovato spazio “grazie” ai problemi fisici che ha avuto Marcelo e grazie anche alla stima provata dall’attuale allenatore dei blancos, che lo ha allenato durante la sua esperienza nella Castilla. Il prossimo acquisto che Florentino Perez metterà a segno sarà quello di Brahim Diaz, attaccante classe ’99 del Manchester City. Ha il contratto in scadenza nel giugno 2019, ma il Real Madrid, per assicurarselo, è pronto a sborsare 17 milioni di euro, più 7 di bonus. I Citizens potrebbero subire l’ennesima beffa sotto questo punto di vista, qualora Diaz si dimostrasse un futuro craque del calcio mondiale, come successo con Jordan Sancho, ceduto al Borussia Dortmund per circa 200mila euro. Secondo il Telegraph, la particolarità della trattativa che porterà Diaz a diventare un calciatore del Real Madrid, però, riguarda una clausola che il Man City ha voluto inserire nel contratto del talento spagnolo: infatti, qualora in futuro il Manchester United dovesse acquistare il calciatore dal Real Madrid, i i Galacticos dovranno versare nella casse del City il 40% della cifra incassata. In caso di trasferimento in qualsiasi altro club, la percentuale ammonterebbe al “solo” 15%. Una sorta di clausola “anti-United”.
Nico Bastone
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