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Rea: “Mi piacerebbe tornare ad allenare i giovani, sono una fonte di energia e idee”

"Mi auguro di poter valorizzare altri Maiello, Ciano, Caturano, Trotta, Sepe, Insigne, miei ex allievi del vecchio progetto giovanile del calcio Napoli"

“Abbandonare il mondo del calcio? Per me è impossibile”. Con queste parole Ciro Rea ex allenatore del settore giovanile del Napoli, racconta al settimanale Casoriadue i vari percorsi della sua carriera di calciatore prima e talent scout poi, tra piaceri e dissapori.

Mi racconti delle sue esperienze lavorative nell’ambito calcistico, dai primi esordi fino alla carica di allenatore del settore giovanile della SSC Napoli.

“Calcisticamente nasco nel settore giovanile della Vollese, giocando in tutti i ruoli della difesa. A 15 anni esordisco in prima squadra, vincendo il campionato di 2° categoria, l’anno dopo vengo ceduto alla Viribus Unitis, squadra di promozione, vincendo subito la Coppa Campania e  rimanendo lì per due anni. Supero un provino con la Roma, ma i dirigenti del Campania Ponticelli mi convincono a firmare per loro, dove milito per cinque stagioni, intervallate da un prestito con l’Irpinia , poi passo per due stagioni all’Angri,  torno alla Viribus per tre anni ,dove svolgo il doppio ruolo di giocatore e allenatore. Lascio il ruolo di calciatore per seguire la passione di insegnare calcio, passando in una piccola scuola calcio: la “Demetrio Stratos” per quattro anni ,ottenendo ottimi risultati, motivo per cui il direttore del settore della SSC Napoli mi convoca ed entro a far parte del loro settore giovanile rimanendo lì dal 1998 fino al 2008 , vincendo tutti i campionati a cui ho partecipato,nonché almeno una decina di tornei internazionali con le varie categorie. Per mia volontà passo all’ Avellino e l’anno dopo alla Nocerina, infine l’anno scorso conseguo la vittoria del campionato di 2° categoria con la Scafatese”

Ci sveli tutti i segreti sul funzionamento del settore giovanile, del lavoro enorme che viene svolto, come funziona, insomma tutto quello che può dirci.

“Tutto inizia nel selezionare il giovane, impresa ardua, poiché entra in gioco la capacità di valutare non chi si mette in mostra,ma chi potrebbe avere in prospettiva un futuro nei professionisti. Bisogna quindi valutare varie componenti come la propensione al lavoro, il potenziale sviluppo fisico e tecnico, etc. Questa sicuramente non è la parte più difficile, poiché poi entra in gioco l’abilità di insegnare il calcio professionistico, scremando tutto lo stress fisico e mentale che ne deriva. I ragazzi porteranno in questo modo con se anche oltre la loro carriera calcistica, oltre gli insegnamenti tecnici e tattici, anche l’approccio al lavoro e la mentalità da professionisti”

Come mai ha abbandonato il mondo del calcio?

“Abbandonare il mondo del calcio per me è impossibile, diciamo che non lo vivo più da protagonista, poiché mi sono reso conto che in questo ambiente non è più il lavoro quello che paga, ma bensì altri elementi che io non ho mai voluto conoscere ed imparare. L’anno scorso ho vinto un campionato con molti ragazzi giovani provenienti anche da settori giovanili importanti, mettendo su qualcosa d’importante, conseguendo così la vittoria, vincendo tutte le partite, segnando118 gol e subendone 17, ma alla fine del campionato, sia io che i ragazzi non abbiamo ricevuto la giusta riconoscenza”

Attualmente di cosa si occupa?

“Amministro un’azienda edile”

Se Le proponessero di far parte nuovamente del team napoletano, accetterebbe di rimettersi ancora in gioco?

“I giovani sono sempre stati la mia passione e se una società riuscisse a metterti in condizioni ottimali, così da poter lavorare al massimo delle potenzialità, accetterei ad occhi chiusi”

Ad oggi si sente appagato di tutto quello che ha dato e avuto da questo mondo?

“Avrei potuto avere qualcosa in più, ma sento di poter dare ancora di più e quindi sono in attesa di un progetto importante”

Per il futuro cosa auspica nella sua vita?

“Io credo molto nei giovani che sono il futuro e rappresentano una fonte di energia e di idee, quindi lavorando con loro, spero di invecchiare il più tardi possibile. Per il futuro mi auguro di poter allenare per valorizzare altri Maiello, Ciano, Caturano, Trotta, Sepe, Insigne, miei ex allievi del vecchio progetto giovanile del calcio Napoli”

Fonte: Valentina Iacono per Casoriadue

La Redazione

C.T.

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