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Razzismo, la Croazia rischia

Nel mirino le intemperanze dei tifosi croati durante il match di giovedì scorso

Oltre ad aver fischiato l’inno di Mameli, i tifosi croati a Poznan, giovedì scorso, hanno insultato Balotelli e hanno lanciato in campo – oltre a quella banana – anche razzi e fumogeni (partita sospesa due volte), esibendo simboli e cantando cori a sfondo razzista. L’Uefa martedì valuterà tutto questo e se il metro di giudizio sarà lo stesso usato in passato, la federcalcio croata rischia davvero grosso. Basti ricordare, ad esempio, quanto stabilito per condannare le aggressioni dei tifosi russi nei confronti di quelli polacchi, nelle strade di Breslavia: sei punti di penalizzazione (con la condizionale) alla Russia nelle qualificazioni all’Europeo del 2016 e una multa di 120 mila euro.
Tolleranza zero, si diceva. Da ricordare, ad esempio, che dopo l’episodio di razzismo accaduto alla presentazione dell’Olanda, lo scorso 8 giugno qui a Cracovia, l’Uefa aveva scritto ai sindaci delle città polacche e ucraine dove sono in programma gli allenamenti aperti al pubblico, chiedendo «che tutte le misure efficaci e necessarie – tra cui un aumento di presenza della polizia – vengano attuate per evitare qualsiasi manifestazione di comportamento discriminatorio o razzista». L’Uefa, con una lettera inviata al ministro polacco per lo Sport, Joanna Mucha, aveva anche chiesto «che chiunque sia coinvolto in comportamenti razzisti venga immediatamente espulso dallo stadio e dalle sue vicinanze, con un procedimento penale nei confronti di tale individuo». E nessuno dell’Uefa, lo prova il dopo Poznan, vuole abbassare la guardia.
In merito ai fischi all’inno di Mameli, la Figc venerdì mattina aveva inviato all’Uefa una lettera ufficiale in cui esprimeva «forte rammarico» per il comportamento di alcuni gruppi di tifosi avversari sia a Danzica che a Poznan («Li abbiamo sentiti, eccome – ha dichiarato ieri Marchisio basterebbe essere appena appena intelligenti per capire che non si deve fischiare l’inno»), lasciando all’Uefa «ogni valutazione» su quanto avvenuto in occasione delle partite con la Spagna, domenica scorsa a Danzica, e poi giovedì con la Croazia. Un invito raccolto con l’apertura ufficiale del provvedimento disciplinare contro la federcalcio croata. A proposito, non è la prima volta che la HNS si trova a dover fare i conti con la commissione disciplinare dell’Uefa, visto che la federcalcio croata è già stata condannata ad una ammenda di 25.000 euro per il comportamento dei suoi sostenitori durante la partita con l’Irlanda. Considerata la reiterazione dei fatti, la punizione per quanto accaduto a Poznan contro Balotelli (e non solo) potrebbe essere ancora più severa.
Non a caso, la HNS ieri ha preso le distanze e condannato tutte le forme di violenza e razzismo di «alcuni tifosi»: in un comunicato diffuso a Zagabria, si afferma che «la Federcalcio e la nazionale croata appoggiano l’operato della Uefa per l’individuazione di coloro che con il loro comportamento hanno macchiato la reputazione del torneo, indipendentemente dal loro Paese di provenienza». La Federcalcio croata ha, al tempo stesso, invitato l’Uefa a non punire la squadra di Bilic nè ad associarla ad «alcuni sostenitori che in realtà non sono tifosi ma hooligans che andrebbero esclusi da ogni evento sportivo», sostenendo che la Croazia ha mostrato all’Europeo di avere «tifosi bravi, corretti e civili che amano la loro squadra, rispettano tutte le altre nazionali e sostengono il loro Paese in uno spirito sportivo e di fair play».

Fonte: Il Messaggero

La Redazione

M.V.

 

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