Londra indignata accusa e la Serbia tenta un’imbarazzata difesa chiedendo scusa per gli insulti razzisti alla Under 21 inglese. Ma la Uefa ha già aperto un dossier che potrebbe condurre ad una sanzione esemplare per Belgrado. È quanto chiede il premier David Cameron che si è detto «sbigottito» da quanto accaduto martedì sera a Krusevac dove l’incontro tra le due nazionali giovanili è stato macchiato dai cori razzisti che i tifosi locali hanno riservato ai calciatori inglesi di colore.
Insulti e offese per tutta la partita, degenerata in una maxi-rissa al 90′ quando il difensore Danny Rose, uno dei più bersagliati, ha scagliato il pallone verso gli spalti. La miccia che innescala baruffa finale a cui hanno preso parte non solo i calciatori delle due nazionali ma anche alcuni tifosi entrati in campo. Uno spettacolo indecoroso stigmatizzato dalla Federcalcio inglese che ha già presentato un reclamo ufficiale alla Uefa. Ma ha fatto sentire la sua voce anche Westminster: in una lettera a Michel Platini, il sottosegretario allo Sport Hugh Robertson ha auspicato che l’Uefa prenda «sanzioni severe contro chi si renda colpevole di insulti razzisti». Altrettanto netto e duro lo sdegno di Cameron in una nota: «Il primo ministro è a conoscenza dei fatti e costernato per le scene che abbiamo visto in Serbia. Siamo decisi a sradicare il razzismo a livello internazionale e in casa nostra, e stiamo dando pieno sostegno alla denuncia della Football Association su questo problema». Downing Street non ha mancato di ricordare come già in passato i tifosi serbi si siano resi protagonisti di fatti incresciosi come le intemperanze di Genova che hanno portato alla sospensione della partita con l’Italia (ottobre 2010) o i cori razzisti nella fase finale degli Europei Under 21 in Olanda nel 2007.
Numerose le voci a favore di una lunga squalifica della Serbia: dall’ex nazionale Paul Ince, il cui figlio gioca proprio nell’Under 21 inglese, all’ex Milan Luther Blissett, fino allo stesso Rose, espulso per aver scatenato la rissa. «Non ho capito perché mi abbia espulso – ha dichiarato il difensore del Sunderland -, la partita era già finita. E quando sono uscito c’era ancora chi mi faceva il verso della scimmia. Ma le provocazioni e gli insulti erano cominciati appena in campo. Per quanto mi stavano insultando ad un certo punto per me è stato difficile concentrarmi sulla partita. Ora voglio che la Serbia venga bandita». Se la Federcalcio serba ha minimizzato l’accaduto, accusando piuttosto Rose di comportamento «inopportuno e anti-sportivo» e negando qualsiasi insulto razzista, il governo di Belgrado ha stigmatizzato l’accaduto, accettando ogni responsabilità. «Condanno con la massima fermezza il fatto che un qualsiasi eventi sportivo esca dall’ambito dello sport e passi in quello delle provocazioni e degli insulti» ha detto il ministro dello sport e della gioventù, Alisa Maric.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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