Albiol interroga il suo ginocchio sinistro e le risposte che gli arrivano devono essere buone. Freme, soffre, si allena, vede il suo Napoli volare in classifica anche senza di lui ma crede, anzi è sicuro, nel rientro per la gara di venerdì prossimo all’Olimpico. La coscia gli fa ancora male. Quando lo spagnolo prova a forzare, sente dolore. Forse l’articolazione è ancora infiammata, o forse il dolore è solo una conseguenza inevitabile, quindi da accettare, degli sforzi a cui è stato sottoposto in questo avvio di stagione (basti pensare che un anno fa in Liga ha giocato solo 13 volte titolare nel Real di Mourinho).
D’altronde, non ci fosse quel poco trascurabile particolare chiamato Francesco Totti, Benitez potrebbe persino pensare di tenerlo a riposo fino a Marsiglia, per il terzo turno di Champions League. Invece, il difensore della nazionale spagnola si prepara a tornare: ha saltato Livorno e questo già gli basta. Nel Rafa-Napoli, d’altronde, è uno di quelli che può tranquillamente considerarsi un intoccabile: se sta bene, Raul gioca sempre. E sono gli altri tre, Britos, Cannavaro e Fernandez, a dover sgomitare per contendersi l’altro posto di centrale difensivo. Paco de Miguel, il fido preparatore atletico di Benitez, ex mezzofondista, ha elaborato con il medico del club Alfonso De Nicola, la tabella per il recupero completo dall’affaticamento. Sembra semplice, ma non lo è: perché uno pensa che Albiol debba solo riposarsi e invece ha un piano di allenamento da svolgere anche in questi tre giorni di riposo e che prevede corsa e palestra. Insomma lunedì pomeriggio, alla ripresa, Albiol vuole essere al 100% e tornare a lavorare dal primo all’ultimo minuto con il resto del gruppo.
Rafa lo vuole in campo contro la Roma, la prima grande sfida d’alta classifica di questa stagione. Il Napoli deve fermare la corsa della capolista a punteggio pieno dopo sette giornate, il cui simbolo è Totti ossia, secondo la descrizione di Raul Garcia, un autentico crack: «È il giocatore che fa la differenza da solo». Già l’eterno. Di lui Prandelli, il ct dell’Italia, ha spiegato qualche giorno fa: «Ha personalità, tecnica e forza offensiva. Se continua così lo porto in Brasile».
E per limitarlo serve uno come Albiol, due campionati d’Europa e una Coppa del Mondo conquistata con la Spagna. Ovvio, non solo lui: con il Pupone le marcature non servono. Benitez dovrà tagliargli i rifornimenti a centrocampo.
Albiol sa che dovrà arginare l’attacco più prolifico della serie A. Ma di certo non gli manca il coraggio. Giocatore molto versatile a cui non mancano di certo le credenziali: campione europeo con la Nazionale nel 2008, campione del mondo nel 2010. Cresciuto nel vivaio del Valencia (e lì adocchiato da Benitez), con una parentesi nel club satellite del Mestalla, venne poi prestato al neopromosso Getafe nel 2004. Dopo qualche esperimento come terzino destro, Albiol avrebbe fatto suo il ruolo più congeniale di difensore centrale. Nel 2009 il passaggio al Real Madrid per 20 milioni. Quest’anno l’approdo a Napoli nella sua prima avventura lontano dalla Spagna. Dove a fine carriera tornerà: ha da poco ottenuto il titolo di direttore sportivo, dopo aver seguito il corso organizzato dalla federazione iberica.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.C.
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