Claudio Ranieri ha buona memoria. «La sconfitta per 3-0 al Meazza in campionato? Vi fu un gol annullato ingiustamente all’Inter in un buon primo tempo, chiuso con l’espulsione di Obi e un rigore un po’ contestato. Poi il Napoli giocò bene. Rivalse? Ne ho sempre voglia io». Ha ritrovato il sorriso con l’Inter grazie ad otto vittorie consecutive tra campionato e coppa Italia. Stasera c’è il ritorno al San Paolo, quella che per sedici mesi è stata la casa di Ranieri, l’allenatore scelto da Ferlaino per il post Maradona. Quarti di finale, Napoli contro Inter come un anno fa. «Fu una partita appassionante, vinta dall’Inter ai rigori. Questa è una sfida tra due squadre gagliarde e in forma, da dentro o fuori, mi auguro che sia altrettanto bella. Il pubblico del San Paolo è un punto di forza degli azzurri, però il Napoli è abituato a giocare allo stesso modo in casa e fuori. Dovremo fare molta attenzione anche perché loro cercheranno di sfruttare anche sul loro campo il contropiede. La Coppa Italia è importante perché garantisce un posto in Europa: io sono romano e a Roma, la sede della finale, vorrei arrivare».
Qual è stato il momento di svolta per l’Inter?
«Non parlerei di svolta perché, per un club come l’Inter, i conti vanno fatti sempre alla fine. Anche se abbiamo avuto una falsa partenza, anche se abbiamo tanti problemi, sarà importante essere a maggio nei posti che valgono la qualificazione in Champions League. Procediamo gara dopo gara: siamo usciti da una situazione complicata, abbiamo scalato la classifica, adesso siamo in zona Europa League e dobbiamo attaccare il terzo posto, anche se là davanti ci sono tre squadre che vanno con il vento in poppa. Quello che ci tengo a sottolineare, come ho fatto anche quando avevamo un’altra situazione in classifica, è l’impegno esemplare dei calciatori nei momenti più duri: sono stati loro a trasmettermi la serenità. Perdevamo, anche gare che non meritavamo di perdere, e loro tornavano ad allenarsi con ancora maggior voglia, determinazione, convinzione. Quelli sono stati momenti importanti».
Cosa pensa del momento di appannamento del Napoli, reduce da due pareggi con Bologna e Siena?
«Nell’arco di una stagione è normale, umano, attraversare un momento di minor brillantezza. Nel caso del Napoli bisogna anche dire che è cambiata la dimensione del giudizio su squadra e club: le aspettative sono più alte grazie ai risultati conquistati negli ultimi anni e quindi anche un pareggio a Siena, su un campo sempre difficile, dove noi abbiamo vinto all’ultimo minuto, viene analizzato come un momento di flessione. In realtà il Napoli era, è e sarà un’ottima squadra che sarà competitiva sino al termine della stagione».
È così difficile gestire il doppio, o triplo, impegno come sta accadendo al Napoli?
«È questione di abitudine, di allenamento, di mentalità. Per il Napoli questi doppi o tripli impegni sono ritornati a essere una novità, quindi ci può stare qualche difficoltà o qualche passaggio meno brillante. Però non è giusto dimenticare che, per esempio, il Napoli ha conquistato la qualificazione agli ottavi di Champions nel girone più difficile, quando tutti lo davano per eliminato sicuro».
Crede, come sostiene Mazzarri, che le società più pagano stipendi elevati e più vincono?
«Non saprei e non voglio entrare in polemiche altrui. Il Napoli nella passata stagione ha conquistato la qualificazione in Champions, l’Udinese ora è terza in classifica, in Germania nell’ultimo turno il Borussia Moenchenglabach ha dato 3 gol al Bayern Monaco, nella nostra serie B il Sassuolo ha gli stessi punti del Torino, Manchester, ovvero una capitale del calcio europeo è fuori dalla Champions con entrambe le squadre. Sicuramente il calcio moderno è anche molta economia, ma resta imprevedibile come sempre per aspetti tecnici, tattici, atletici, mentali, caratteriali e pure casuali».
Voce di mercato: l’Inter vuole Lavezzi per la prossima stagione.
«Di mercato non parlo mai, se ne parla già tanto su giornali e in tv».
Quale ricordo, a distanza di vent’anni, le resta dell’esperienza di Napoli? E cosa pensa di quanto ha fatto il ”nuovo” Napoli dal 2004 ad oggi?
«La mia Napoli, oggi, è quella degli amici, che sono rimasti nel tempo come padre Gennaro Matino o le persone conosciute nei due anni a Napoli e nell’anno vissuto a Pozzuoli. Al di là degli aspetti calcistici, sicuramente importanti per la mia carriera, conservo valori umani davvero importanti. Per questo è sempre un piacere tornarci. Per quanto riguarda il Napoli di oggi, bisogna solo fare i complimenti al presidente De Laurentiis, a tutta la società, agli allenatori che hanno lavorato con la squadra. Stagione dopo stagione, è stata costruita una base importante e poi è stata aggiornata, migliorata, ampliata. Complimenti sinceri a un club che ha saputo trovare gli allenatori e i giocatori giusti per il suo progetto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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