«Non mi dimetto, non mi dimetto». Lo ripete due volte Claudio Ranieri in quella che è forse per lui la notte più lunga. È tornato al San Paolo, che è stato la sua casa dall’estate ’91 al novembre ’92, a un mese esatto dall’ultima partita. Quel 25 gennaio, con il ko nei quarti di finale di coppa Italia, cominciarono i guai per il tecnico, subentrato a fine settembre a Gasperini, e per i nerazzurri.
Ora l’Inter è ancora nel tunnel ma l’allenatore si sforza di essere ottimista: «Non ho colpa e credo in questi ragazzi. Perciò non faccio alcun passo indietro. Perché dovrei?». «Cosa farei se fossi al posto di Moratti? Io – dice a Sky – confermerei Ranieri ma dovete chiederlo a lui. Abbiamo la voglia e l’energia per tornare presto alla vittoria. Il Napoli ha giocato bene ed è stato molto bello. Peccato per il gol mancato da Pazzini». La squadra attraversa però una crisi evidente, che ha spinto il presidente ad intervenire. Moratti è stato sabato ad Appiano Gentile per guardare negli occhi l’allenatore e i giocatori e i suoi collaboratori si sono alternati accanto alla squadra dopo il ko di Marsiglia. Ranieri, un tecnico sulla graticola, con tutti quei nomi – dall’allenatore della Primavera Stramaccioni, a Figo e Baggio – cominciati a circolare nelle ultime ore. Ma Claudio ha tirato fuori l’orgoglio e così nella sala stampa di Appiano Gentile, prima di volare a Napoli, ha commentato: «Moratti e i giocatori sono dalla mia parte, risaliremo».
Moratti ha assicurato che il match di Napoli non sarebbe stato decisivo per le sorti di Ranieri, probabilmente lo ha fatto per compattare l’ambiente. «Ho un contratto fino al 2013, sono sereno», ha detto l’allenatore che Ferlaino aveva ingaggiato nel ’91 dopo i brillanti risultati ottenuti a Cagliari. Doppia promozione dalla C1 alla A e poi una tranquilla salvezza grazie ai gol di Fonseca, che lo avrebbe poi raggiunto a Napoli nel ’92. Primo anno brillante, quello del Ranieri azzurro: qualificazione in coppa Uefa. Quindi la seconda sofferta stagione: a fronte di maxi-investimenti di Ferlaino per 37 miliardi di lire, i risultati deludenti in coppa Uefa e in campionato, con quell’esonero scattato dopo la pesante sconfitta per 5-1 contro il Milan a Fuorigrotta. Ranieri rimase choccato per la rottura, ma poi si è rilanciato con i risultati ottenuti a Firenze e all’estero, prima di decidere di rituffarsi nel calcio italiano.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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