Sei gol, due vittorie, in quattro giorni è cambiato il mondo dell’Inter. Ranieri va sereno verso il Napoli, ma prima del Napoli va spiegata la rivoluzione mentale, oltre che tecnica e tattica, di una squadra che sembrava persa e che invece è riemersa con tutta la sua forza. Dall’osservatorio di Ranieri si ha questa analisi: «Sono tre le cose che più mi soddisfano in questa partita. La prima: il gioco, il fraseggio, il modo in cui abbiamo ingabbiato l’avversario nei primi 45′. La seconda: preso il 2-1 alla fine primo tempo, è venito fuori il loro orgoglio e noi abbiamo sofferto. Ecco cosa mi è piaciuta, la capacità di soffrire. Loro hanno segnato con un gran gol su punizione (lo dice per proteggere Julio Cesar dal suo errore, ndr), ma noi abbiamo continuato a impensierirli. La terza: sul 2-2 la squadra ha voluto fortemente la vittoria e sono davvero orgoglioso del risultato e del modo con cui l’Inter ha saputo raggiungerlo».
ORA IL NAPOLI –Nemmeno una settimana di lavoro, l’Inter è già guarita?«Difficile dirlo, sabato arriva la squadra più in forma del campionato. L’ho vista a Manchester contro il City, sa quello che vuole e come ottenerlo. Spero vada benein Champions, perchè sono simpatizzante di tutte le mie squadre dove ho giocato e allenato, in Europa ancora di più: dobbiamo riavere il quarto club italiano in Champions».
Ranieri ha più di un merito in questo clamoroso rilancio nerazzurro, ma su di sè va cauto:«Conosco questi giocatori e conoscevo l’avversario. Tra le tante cose belle metto anche un carattere d’acciaio, non ci stiamo a perdere. Il mio lavoro è stato quello di stimolarli. Sono convintoche questi giocatori abbiano ancorala voglia e la determinazione per dimostrare che non sono finiti».
GRANDE ALVAREZ –Da quando è arrivato ha parlato molto con la squadra. Ora, oltre al dialogo, cosa deve fare per fare un altro passo in avanti? Fa la battuta:«Se in 4 giorni abbiamo solo parlato per arrivare a questo punto forse sarebbe il caso di non fare altro, perchè potremmo fare solo casino».Si raccomanda:«Non andiamo troppo in alto, la squadra è fatta di campioni e tantidevono rientrare, ma chi ha giocato in queste partite ha dato davvero tutto, Alvarez ad esempio si è sacrificato con quantità e qualità. Questa è la strada da seguire». Ha avuto effetto il suo slogan: “L’Inter è una potenza”.«Quando ero al Chelsea ho preso una squadra che non conosceva la Champions e stavamo fallendo. Con la Juventus era il primo anno di Serie A e contava ricostruire l’ambiente e così ho riportato la squadra in Champions League. Io qui all’Inter ho tanti campioni, c’è l’orgoglio per far vedere che non siamo finiti. Questa squadra può dire la sua, non so dove possiamo arrivare, ma di certo serve anche la fortuna perché senza non siarriva ad alcun traguardo». Regge il paragone fra il suo arrivo a Roma e questo all’Inter.«La situazione più o meno è la stessa. A Roma c’era un momentono, poi c’è stata la reazione e la grande cavalcata. Qui è lo stesso: il momentono mi ha fatto arrivare, ora dobbiamo iniziare a cavalcare. Ma come nella Roma anche nell’Inter ci sono grandissimi campioni». Gentiluomo col suo predecessore.
«Credo che Gasperini non abbia avuto tempo e fortuna per lavorare, con tutti quegli infortuni è difficile far passare la propria idea. La realtà è che si gioca e basta, non c’è tempo per allenarsi».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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