L’uomo dei grandi trasferimenti fa intuire che si appresta a vivere un’estate lontano dai riflettori perché i tre suoi assistiti di punta, Ibrahimovic, Balotelli e Pogba, non si muoveranno. Mino Raiola, uno dei procuratori che comandano il mercato non solo italiano, racconta le sue verità. Come al solito in maniera non banale. Mezza Europa lo insegue per sapere se Ibra cambierà squadra con l’arrivo a Parigi di Cavani e lui ha scelto di parlare del futuro dello svedese con il Corriere dello Sport-Stadio, in una lunga chiacchierata che non farà piacere a Balotelli, il principale sponsor dell’arrivo del centravanti del Psg al Milan. Raiola ha lodato Supermario pronosticandogli la vittoria del Pallone d’Oro, ma ha anche spiegato che «Zlatan al 100 per cento non si muoverà dalla Francia». Una mossa per scatenare ancora di più l’interesse di Chelsea e Real Madrid? Forse… Sentendo l’agente italo-olandese possono stare tranquille (almeno per il momento…) anche Juventus e Milan: Pogba e Balotelli non cambieranno maglia nonostante il francese sia stato recentemente cercato da qualche grande europea e l’azzurro interessi a diversi top club complice una brillante Confederations Cup. E in tema di consigli per gli acquisti, occhio a Capoue e a Mkhitaryan: Raiola è convinto che in Italia farebbero la differenza. Il secondo, dopo due mesi di tira e molla, è praticamente riuscito a portarlo al Borussia Dortmund. Del resto, la storia insegna che uno come Mino difficilmente nei mesi caldi fa vacanze.
Raiola, sorpreso dall’ammissione di Balotelli che vorrebbe giocare in squadra con Ibrahimovic?
«Nel calcio ormai non mi sorprende niente. E poi so da tempo che a Mario farebbe piacere giocare con Zlatan: me lo aveva detto tante di quelle volte… E’ normale che i grandi calciatori desiderino sempre avere come compagni altri grandi calciatori».
Eppure quando erano insieme all’Inter, Zlatan non è stato tenero con Mario.
«Zlatan è duro con chi ha talento perché non vuole che lo sprechi. Lui è rigoroso, esigente e si aspetta che tutti diano il massimo, anche in allenamento, ma a Mario vuole bene».
Possibile vedere quest’anno o il prossimo i suoi due assistiti nella stessa squadra?
«Forse giocheranno insieme… tra dieci anni. Prima di allora Zlatan non tornerà in Italia».
L’arrivo di Cavani al Psg non è il preludio di una cessione di Ibrahimovic?
«Ibra resterà a Parigi al 100 per cento».
A fine dicembre però ci disse “Balotelli resterà al City al 100 per cento”. E invece…
«Ibrahimovic resterà al Psg al 100 per cento».
Cosa succederà se il Chelsea di Mourinho o il Real Madrid di Ancelotti la chiamassero per acquistarlo?
«Se me lo chiederà Mourinho, Zlatan resterà a Parigi al 110 per cento».
E se il Chelsea telefonasse direttamente il Psg?
«Mi sembra che a Parigi non abbiano bisogno di soldi. L’acquisto di Cavani rivela la volontà di costruire un attacco straordinario, con l’uruguaiano e Zlatan insieme».
Cavani e Ibrahimovic possono coesistere?
«Zlatan è ideale per giocare con chiunque. Lui è un attaccante universale e permette ai compagni di rendere al massimo. Con lui potrei far gol anch’io».
Intanto, però, Ibrahimovic non andrà in ritiro fino al 12 luglio, mentre i compagni sono già al lavoro. Un indizio… di mercato?
«Ha giocato in nazionale a giugno ed è giusto che faccia gli stessi giorni di vacanza degli altri. Nessuna cessione in vista».
I tifosi rossoneri e Balotelli, che sognavano di rivedere Ibra al Milan, devono dunque rassegnarsi?
«La Serie A in questo momento non ha la forza per attirare i top player. Il vostro, calcisticamente parlando, è un Paese di transito e non di arrivo perché le società italiane fatturano un terzo rispetto ad alcune di quelle inglesi o spagnole».
Ha un’idea per riportare gli Ibrahimovic in Serie A?
«La fusione di due società della stessa città o poco distanti. Le mie idee qualcuno le considera stupide, ma sono l’unica soluzione per abbattere i costi e aumentare il fatturato. Milan e Inter insieme, Juventus e Torino insieme, Roma e Lazio insieme, Atalanta e Brescia insieme e così via: nascerebbero club forti, con grandi bacini d’utenza e i costi del sistema calcio italiano sarebbero minori. Una fusione non è un segno di debolezza, ma un modo per diventare più competitivi. Se l’Inter-Milan battesse in finale di Champions il Manchester United pensate che i tifosi non sarebbero contenti? Gli Ibrahimovic così tornerebbero in Italia e i Cavani non se ne andrebbero più».
Con la cessione del Matador quanto perde la Serie A?
«Il suo addio non è un bel segnale e non so per quanto tempo il campionato italiano potrà permettersi Mario. Verrà il giorno che sarà impossibile trattenerlo…».
Galliani ha appena definito Balotelli l’unico incedibile del Milan. E’ in arrivo una clamorosa sorpresa?
«No, per il momento non andrà via, ma nel calcio gli incedibili prima o poi diventano cedibili. Su Mario il Milan ha un progetto importante, lo ritiene un punto di riferimento per la squadra e lui sta benissimo. Per ora, statene certi, non si muoverà, un domani… non so».
Nei suoi primi 6 mesi al Milan Balotelli ha segnato 12 gol in 13 partite. Cosa si aspetta da lui nel 2013-14?
«Uno come Mario non ha limiti e il suo unico ostacolo è lui stesso. Ha le qualità per fare grandi cose e, se è sempre concentrato, lavora bene e si prende le sue responsabilità, il resto viene di conseguenza».
Può puntare a vincere anche il Pallone d’Oro?
«Certo, magari già quest’anno sennò in futuro. Mario sa quello che vale».
Che giudizio dà della sua Confederations Cup?
«Ha mostrato a tutti che è completo, sa giocare per la squadra, lottare su tutti i palloni e sacrificarsi per i compagni. Ha le doti del grande attaccante e sia negli ultimi mesi al City sia al Milan ha confermato di essere molto cambiato rispetto al passato».
Pogba invece sta facendo grandi cose al Mondiale Under 20. La prossima sarà la stagione della sua definitiva consacrazione?
«Paul non ha bisogno di esplodere o consacrarsi. Lui deve solo continuare a crescere».
Con in squadra Vidal, Pirlo e Marchisio però non sarà facile essere titolare per il francese.
«La maglia da titolare te la guadagni durante la settimana».
In questi giorni ha ricevuto un’offerta indecente per Pogba?
«Sì».
Da quale club?
«Si dice il peccato e non il peccatore».
Pogba potrebbe lasciare la Juve quest’estate?
«No».
Come giudica i colpi di mercato bianconeri, Tevez e Llorente?
«La Juventus ha fatto il massimo considerando la situazione economica del calcio italiano. Si è ulteriormente rafforzata e ha ripreso anche il ‘mio’ Bouy che, vedrete, farà bene».
I bianconeri sono favoriti per vincere il terzo scudetto di fila?
«Sulla carta sono più avanti degli altri, ma non si gioca sulla carta. Conta il campo… Vediamo quello che farà il Napoli con i soldi ricavati dalla cessione di Cavani».
Gomez, Dzeko e Jovetic: De Laurentiis su chi deve puntare?
«A volte non fare acquisti è già… un acquisto. Meglio nessuno rispetto a un giocatore che non serve».
Ha un consiglio per il Napoli e le altre squadre italiane alla ricerca di un grande “colpo”?
«Capoue del Tolosa farebbe la fortuna di tante formazioni e mi dispiace che nessuno stia pensando a Mkhitaryan (che domani sarà del Borussia Dortmund, ndr): lui è fantastico, da Pallone d’Oro, e per l’Italia sarebbe perfetto».
Cosa pensa dell’ingresso degli indonesiani nell’Inter?
«Ripeto: meglio fare una fusione con il Milan, creare una grande società, costruire uno stadio nuovo e usare Milanello e la Pinetina uno per la prima squadra e uno per le giovanili».
Ha parlato di questa sua idea a Galliani?
«Lui sa come la penso io e io so come la pensa lui, ma vorrei capire perché questa è una brutta idea. In passato avevo provato a fare una cosa del genere a Verona tra l’Hellas e il Chievo. Secondo me questa formula è l’unica possibile per arrivare sullo stesso livello delle inglesi, delle tedesche e delle spagnole: è l’unione che fa la forza, non la divisione. In Italia invece i presidenti pensano a litigare in Lega e non fanno le cose insieme».
Capitolo allenatori: Moratti ha scelto l’uomo giusto puntando su Mazzarri?
«Mazzarri ha fatto molto bene al Napoli e Moratti ha messo sotto contratto un allenatore importante che porta risultati subito».
Si aspettava che tra Berlusconi e Allegri scoppiasse la pace?
«Lo speravo perché Allegri se lo meritava. Sul campo ha ottenuto ottimi risultati e il gruppo lo segue».
Tra Fiorentina, Lazio e Roma chi la incuriosisce di più in vista del prossimo campionato?
«Tutte e tre possono far bene e mi incuriosiscono anche se mi piacerebbe che le squadre italiane puntassero più sui giovani, sui 1994 e i 1995. Da voi non c’è la cultura giusta, mentre in Olanda ho un ragazzo, Tonny Vilhena (1995, ndr), che ha esordito a 17 anni nel Feyenoord e l’ultimo campionato è stato titolare. Dovreste creare centri di formazione per i giovani, formare i giocatori nelle seconde squadre e non mandarli in prestito altrove, costruire stadi nuovi: se mi fate ministro dello sport, in pochi mesi risolvo tutto».
Dobbiamo aspettarci colpi alla Raiola entro la fine del mercato?
«Il mio obiettivo non è essere protagonista, ma fare il bene dei miei assistiti. Nessuno tra Ibrahimovic, Balotelli e Pogba ha quelli che voi chiamate “mal di pancia” e non si muoveranno, ma ho anche altri calciatori importanti: Rodrigo Ely ha fatto una stagione interessante, Zé Eduardo è cercato da mezza Italia e da qualche squadra europea e poi ci sono Jonathas, Salamon e altri che sono bravi. Il lavoro per fortuna non manca».
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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