A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Marco Mazzocchi, giornalista Rai. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Qualcuno pensava che Spalletit avrebbe potuto dare la fascia proprio a Di Lorenzo. Affidarla ad Immobile è, invece, una scelta saggia?
“La storia di Di Lorenzo con la Nazionale non è la stessa che Giovanni vanta con il Napoli. Sarebbe stata anche una mossa politicamente sbagliata. Spalletti deve guardare le cose da un colore azzurro leggermente diverso. La fascia si da a chi gode di maggiore sperienza. Immobile, inoltre, credo abbia bisogno di una sterzata di energia in più. È stato spesso al centro delle critiche con l’azzurro della Nazionale, e con la fascia potrà avere quella spinta in più”
Come commenta la numero dieci conferita a Raspadori?
“E’ il giocatore più vicino al dieci della Nazionale. In questo momento non esiste il trequartista classico tra gli azzurri. Per caratteristiche è proprio Jack, dunque, il calciatore a cui oggi affiderei la maglia numero dieci”
Cosa può dare Spalletti alla Nazionale?
“Non so se Spalletti sia già stato in grado di inculcare qualche schema alla Nazionale. Sicuramente mi aspetto un Di Lorenzo in versione napoletana, pronto ad attaccare gli spazi in mezzo al campo ed a fare più rifiniture che cross. Ciò detto, va riconosciuto che Luciano ha avuto davvero poco tempo per valorare in Nazionale. Inoltre, il modo di giocare di Roberto Mancini non si discosta molto da quello di Luciano. Mi aspetto, però, una Nazionale furente. Molti ragazzi si sentiranno traditi da Roberto Mancini e potrebbe esserci una reazione d’orgoglio. Se fossi negli azzurri non sarei incazzato tanto con i macedoni quanto con l’ex c.t. …”
Crede che Mancini abbia sporcato il suo percorso in azzurro con le scelte delle ultime settimane?
“Il Mancini post eliminazione dal mondiale è stato, dal punto di vista della gestione del gruppo e del gioco, il peggior Mancini della storia azzurra. La mancata qualificazione al Mondiale qatariota è stata un suicidio, ed i mesi successivi sono stati condotti all’insegna della confusione da un tecnico che, al dire il vero, non c’era più. Il finale, poi, non è stato dei migliori. La scelta di Mancini rischia di cancellare quanto di buono fatto negli anni precedenti”
Con Spalletti potrà aprirsi un ciclo vincente?
“Non lo so, ho qualche dubbio, al di là del fatto che l’Italia può contare su un allenatore eccellente, il vero fuoriclasse del Napoli campione. Non dobbiamo dimenticare, però, che il nostro calcio è in crisi. Una crisi che riguarda proprio la produzione di talenti. In questo momento, siamo una Nazionale di seconda fascia, tendente alla terza…”
Chi sarà il calciatore chiave dell’era Spalletti?
“In Italia, in questo momento, non c’è un top player. Brasile, Portogallo, Norvegia, Francia e Germania hanno un top player, mentre noi non ne abbiamo nessuno. Nemmeno in difesa ci sono giocatori di un certo spessore. Quel su cui bisogna puntare è la qualificazione agli Europei. È importante esserci e soltanto una catastrofe improbabile potrebbe impedirlo”
Qualcuno ha storto il naso per il tatuaggio di Spalletti?
“Ma no. Non scherziamo, il calcio è sport, è vita!”
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