Verrebbe spontaneo associare L’uomo in più ad Antonio e Tony Pisapia creati dalla fantasia canoro-sportiva di Paolo Sorrentino. Ma non sempre è così e l’ironia della battuta finale ‘a vita è na strunzata’ può staccarsi dall’epitaffio di un’esistenza fallita, volare verso il sogno di un progetto infranto per poi aggrapparsi alla cresta irta e fiera di Marek Hamsik. È lui l’uomo in più di Walter Mazzarri, il bambino diventato grande e audace da quando non ha più sul suo percorso l’ingombro di quel Pocho, Lavezzi, assai folle e per nulla diligente. Hamsik è la risposta migliore a chi immaginava che dopo di lui sarebbe stato il diluvio fatto di stagioni senza gioia, né successi. La trasformazione, o per meglio dire l’evoluzione, si è impadronita dell’orgoglio di Marekiaro, ormai leader con e senza fascia di questo Napoli che sbalordisce l’Europa con un rendimento da spaventare anche la Juve migliore degli ultimi anni.
BESTIA NERA Centrocampista offensivo o attaccante di metà campo? Questo e quello per il 25enne talento nato, sì, in Slovacchia eppure incapace di staccarsi da Napoli. Sarà l’indole da partenopeo d’adozione a fargli sentire la sfida contro la Juventus come qualcosa di molto particolare. Lo si evince dai gol messi a segno contro Madama: 6 (5 in campionato e 1 in coppa Italia) in 16 presenze, ma anche 2 assist. Tranne il primo anno di serie A, 2007-2008, Hamsik ha sempre fatto gol alla Juventus. Accadde nel 2-1 al San Paolo del 18 ottobre 2008, come nella doppietta storica allo stadio Olimpico il 31 ottobre 2009, per poi piazzare un sigillo anche nel 3-1 della sfida di ritorno a Fuorigrotta e fino alla zampata che ha aperto le marcature un anno fa, per poi fallire il calcio di rigore che l’arbitro Tagliavento gli aveva fatto ripetere.
MATURO Sabato pomeriggio allo Juventus Stadium tutte le attenzioni saranno per lui ed i motivi sono molteplici. Innanzitutto c’è la curiosità di capire se Marekiaro è diventato finalmente maturo da affrontare con il piglio del leader le partite decisive della stagione e non nel modo in cui spesso i tifosi azzurri gli hanno visto fare in passato: restando ai margini della partita e schivando i momenti più duri del match. Le prestazioni di questo avvio di stagione lascerebbero pensare che la paura non è più un sentimento che già prima faceva a cazzotti con la scioltezza e la sfrontatezza con la quale da sempre manda in tilt le retroguardie avverse quando arriva ai sedici metri con la palla tra i piedi. È stato sempre così, fin dallesordio in serie A, il 20 marzo 2005 in Chievo-Brescia alletà di 17 anni, 7 mesi e 24 giorni, ma pure quando andò in gol per la prima volta nella massima serie: Napoli-Sampdoria 2-0, il 16 settembre 2007 e con appena 20 anni sulle spalle. Sembra un vecchietto con le sue 188 presenze in serie A (nelle ultime tre stagioni ha saltato soltanto un turno all’anno) e le 62 reti realizzate in tutte le competizioni disputate dal Napoli, 42 assist ed un carico pendente di soltanto 21 ammonizioni e 2 espulsioni, l’ultima delle quali contro lAik Solna lo scorso 20 settembre. Però il numero 20, in precedenza era stato positivo, avendo vinto (con tanto di gol all’attivo) la coppa Italia a maggio in quel di Roma.
STRISCIA POSITIVA Come sarà la prossima identica scadenza numerica? Sabato sarà ancora il giorno 20 e chissà se Conte starà studiando il modo con il quale tenere a bada Marekiaro. Dovrà addestrare qualcuno che lo segua nel suo ruolo di centrocampista offensivo, oppure non sarà necessario giacchè Mazzarri gli affiderà soprattutto il compito di limitare le giocate di Pirlo? Si vedrà, ma soprattutto sabato si saprà se la sua crescita sarà diventata tale da prolungare la personale striscia positiva con la Juventus: 16 gare disputate, 7 quelle vinte, 7 perse e 2 pareggiate. In ogni caso, meglio trattarlo da uomo in più e non fidarsi della sua apparente abulia. Quella sì che sarebbe na strunzata.
Fonte: Raffaele Auriemma per Tuttosport
La Redazione
L.D.M.
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