In punta di piedi, anzi in punta di dita. In silenzio, lavoro e poi lavoro, quello che paga sempre, se i propositi sono fermi e la volontà tanta. Sin pausa, ma anche sin prisa, in perfetto stile Rafaliano, seguendo ciò che predica il tecnico spagnolo da quando è approdato a Napoli. Rafael Cabras Barbosa ne ha fatto tesoro, dandoci dentro sin dal giorno successivo all’infortunio, stando però molto attento a non strafare. Quel maledetto crac ha lasciato sicuramente il segno, ma la Muralha da Vila (nel senso di Vila Belmiro, stadio di Santos) non ha aspettato tempo, non s’è perso in autocommiserazioni e affini. Ha reagito con uno dei suoi colpi di reni, andando a parare sicuro anche gli strascichi della scalogna, di quel maledetto salto in Galles, che gli costò la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro. Nello stadio dello Swansea (20 febbraio scorso), laddove aveva già parato tutto il parabile. La fitta fu tremenda, la sentenza altrettanto, ma badò bene a non sfilarsi mai i guantoni. Nemmeno sotto i ferri. «Tornerò più forte di prima» ecco il proclama al posto delle più scontate invettive contro la malasorte.
IMPEGNO. L’ha detto e l’ha fatto. Il recupero è andato per il giusto verso, secondo il copione stabilito. Ora, naturalmente, resta da rifinire una condizione che non può essere quella del miglior Rafael. Ecco perché, già nei primi due giorni di ritiro, ci ha messo impegno doppio. Pregando e lavorando senza sosta, com’è nel suo stile. Vuole essere già un punto fermo, quando sul finire di agosto, si comincerà a fare sul serio, fra preliminari di Champions e campionato. Vuol ribadire che è pronto, senza alcun tipo di timore, a riprendersi la titolarità di quel ruolo che all’apparenza sembra ancora vacante. Perché non si sa se Reina tornerà (ma pare alquanto improbabile, pur spingendo Benitez per averlo ancora), o se uscirà dai blocchi per primo Andujar, che è stato preso soprattutto per far fronte alle emergenze. Che durante la scorsa stagione, fra i pali, non sono mancate affatto. In effetti, partito Reina, il brasiliano dovrebbe essere titolare di ruolo, a patto che la sua condizione sia quella idonea. Anche perché, fino a prova contraria, Reina è uno dei portieri del Liverpool e “corteggiamenti” di altro tipo non risultano.
Rafael ha perfezionato il recupero nel club dov’era cresciuto, il Santos. Accolto a braccia aperte dal fisioterapista Thiago Lobo che lo conosceva bene e ne ha parlato recentemente in termini lusinghieri: «Abbiamo battagliato insieme per 4 mesi e mezzo ed è stato impeccabile». I risultati già si vedono. A Dimaro è apparso ipermotivato e già notevolmente reattivo, dopo aver lanciato messaggi d’amore colorati d’azzurro per tutto il tempo della riabilitazione. In Brasile poi, stando al sondaggio del quotidiano Globoesporte, vedono in lui, più che in altri, l’erede di Julio Cesar. Un segno del destino?
Fonte: Corriere dello Sport
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