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Rafael, l’Europa adesso ti sorride

Dieci mesi dopo l'infortunio il portiere sembra aver superato il momento più complicato

Dal freddo di Swansea, in Inghilterra, al gelo di Praga, nella Repubblica Ceca. E’ trascorso quasi un anno dalla rottura dei legamenti al ginocchio destro (febbraio 2014) e Rafael è tornato sugli scudi. Grazie anche ai suoi interventi il Napoli ha conquistato il pareggio alla Generali Arena che garantisce l’aritmetica certezza di accedere ai sedicesimi di Europa League. Subissato di critiche in campionato, il portierone brasiliano si è riscattato in Europa League, la stessa competizione che gli frenò l’ascesa nove mesi prima. Sarà un segno del destino. Un’iniezione di fiducia importante per il giovane estremo difensore sudamericano già finito nell’occhio del ciclone per i troppi gol subiti finora: ventidue nelle diciotto gare disputate. Certo, non tutti per suo demerito ma tante per timore nelle uscite, scelte di tempo errate ed esitazioni negli interventi. Ora è atteso dal campionato. E già con la Samp sarà un altro esame impegnativo. Ma Rafael gode dell’incondizionata fiducia di Benitez e del suo staff. Può contare sulla stima della società e dei compagni. Deve solo superare le ultime remore dovute ad un infortunio non da poco. 

RECUPERO VICINO. La prestazione di Praga non sancisce la resurrezione definitiva ma perlomeno aiuta a credere in un recupero immediato e completo. Rafael, ma soprattutto Benitez, auspicavano una serata simile. Non a caso, alla vigilia della sfida con lo Sparta Praga, l’allenatore aveva sottolineato che la formazione del Napoli sarebbe partita da «Rafael e poi dieci calciatori». La reattività e l’istinto ci sono, il senso del piazzamento anche. Almeno in due occasioni, il portiere azzurro è stato decisivo. In altre ha contribuito ad inchiodare il risultato sullo zero a zero con la compartecipazione di Albiol e la complicità dei legni. Una prestazione altamente positiva finanche sotto l’aspetto mentale. 

IL FUTURO. Il Napoli e Benitez hanno creduto in lui fin dall’estate e continueranno a farlo. L’età è dalla parte di Rafael. A ventiquattro anni, un portiere è ancora giovane. E se ha subito un intervento chirurgico, inevitabile che ne patisca le conseguenze sul piano mentale. Ma la fiducia va ripagata sul campo, di prestazione in prestazione. Tocca a Rafael dimostrare al tecnico ed alla società che non si sono sbagliati a puntare tutto su di lui. Così come gli tocca smentire parte della tifoseria e della critica piuttosto scettici sulle sue qualità ed il suo recupero.

FEDE E NAZIONALE. A sorreggerlo nel percorso di recupero anche la sua fede in Dio nonchè la stima del nuovo ct della nazionale verdeoro Carlos Dunga. Rafael prega prima, durante e dopo le partite. E le convocazioni nella selezione brasiliana aiutano molto sul piano psicologico. Altre serate come Praga e a Napoli nessuno rimpiangerà più Pepe Reina.

Fonte: Rino Cesarano per il Corriere dello Sport

 

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