Calciatori a disposizione: 25; utilizzati: 21; mai in campo: 4. Più o meno è così ma poi, per determinare i minuti, c’è da fare i conti con le approssimazioni dei cronometri, dei recuperi. Freddi numeri per chi c’era o non c’era, per chi ha giocato di più in campionato o nelle coppe (al plurale poiché c’erano le qualificazioni di Champions e poi l’Europa League). I numeri sono dati reali al di là di meriti e demeriti di chi ha giocato poco, molto o per nulla. Sui 25 della rosa, i vari Radosevic, Andujar, Rosati e Colombo, non hanno messo piede in campo se non per accomodarsi in panchina. Tutti gli altri hanno scorrazzato sull’erba, chi molto più e chi molto meno: dai record di Rafael e Koulibaly (sin qui) sempre presenti con ben 900 minuti nelle gambe, fino ai 16 minuti di Mesto. Il range come si vede è ben ampio, la forchetta s’allarga parecchio ma include un po’ tutti, trattandosi di Benitez. Un tecnico che preferisce basarsi su turnazioni dettate da variabili multiple, quali la periodicità dei match, lo stato di forma, le tattiche e naturalmente gli infortuni. Ma molto spesso anche dal suo famoso cuscino cui, ormai s’è capito, spetta l’ultima parola.
L’ECCEZIONE. L’avevamo anticipata. E’ proprio quella di Giandomenico Mesto, che il badge non lo ha marcato ma solo leggermente strisciato. I 5 minuti col Torino e gli 11 con lo Slovan Bratislava rappresentano una piccola anomalia in proporzione ai compagni impiegati, per un calciatore che però ha già tantissimi chilometri nei garretti e, comunque sia, è stato premiato con un altro anno di azzurro. Vuoi per l’attaccamento alla maglia, ma soprattutto per la professionalità negli allenamenti e spogliatoio, nonché (dato non trascurabile) per il buon apporto che può assicurare sia sulle fasce che come centrale in difesa. Dopo di lui (dal basso all’alto), ma a distanza (169 minuti in totale) c’è un De Guzman cui si deve la prima vittoria in campionato (Genoa). Poi Michu (179), Henrique (180), Zapata (189), Ghoulam (235) e così via.
TOP TEN. Detto di Rafael e Koulibaly, che pari sono, si va ad Albiol con 810 (540 in campionato), Callejon (729), Higuain (712), Maggio (630), Hamsik (594), Gargano (592), Inler (540) e Britos (485). Fuori dalla top ten, ma di poco, Insigne (483) e Mertens (469) che in compenso comandano la classifica degli interscambiabili.
Fonte: Corriere dello Sport
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