Per la prima volta è uscito dal campo senza subire un gol e per Rafael Cabral, il portiere che ha raccolto la pesante eredità di dover rimpiazzare Pepe Reina, vuol dire tanto. Almeno in termini di autostima. Per quattro gare s’era dovuto sempre inchinare per raccogliere il pallone terminato alle sue spalle. Con il Sassuolo, invece, qualcosa è cominciato a cambiare. E’ cambiata l’attenzione alla fase difensiva. E’ cambiato l’atteggiamento dei singoli all’interno dell’area di rigore. E se n’è giovato anche il brasiliano che ha potuto chiudere la propria porta dopo sette gare (4 di campionato) e circa quaranta giorni di patimenti. Non è facile far dimenticare un predecessore così esperto e così autorevole. Ma a Rafael, entrato a far parte della nazionale verdeoro del nuovo corso, non mancano le capacità e la personalità. Occorre solo prendere più confidenza nel ruolo ed acquistare quella sicurezza che arrivano solo attraverso il lavoro e la fiducia del tecnico. Dovrà essere più risoluto nelle uscite, far sua la sfera nell’area piccola, evitare le insidie su palle da fermo con interventi tempestivi ed opportuni.
L’eredità raccolta non è di quelle semplici. Reina aveva dalla sua circa cinquecento presenze (498) tra Liga, Premier League e campionato italiano; altre centoquarantuno nelle varie competizioni europee. Un monumento del calcio internazionale. Ma Rafael passo dopo passo spera di non farlo rimpiangere più di tanto. Chiede solo un minimo di pazienza. Ha dovuto recuperare da un brutto infortunio. Si sta cimentando con una difesa che cambia in continuazione. Si è soltanto alle prime battute stagionali. Intanto si gode la prima domenica da imbattuto. La stava aspettando da un bel po’. Certo, non è stato insidiato chissà come ma si tratta pur sempre di un passo in avanti. Ora gli tocca scacciare il secondo incubo. Se Benitez dovesse impiegarlo giovedì, per Rafael si tratterebbe di cancellare quella brutta trasferta in casa dello Swansea, sempre in Europa League. Fu lì che s’infortunò (giovedì’, 20 febbraio) dopo essere partito titolare al posto di Reina ed aver abbassato la saracinesca in un paio di occasioni: rottura del legamento crociato del ginocchio destro, campionato finito per lui. Se ne tornò in Brasile, volle affidarsi alle mani del prof. Renè Abdalla, e dopo la rieducazione effettuata con i fisioterapisti del Santos, il suo primo club di appartenenza, rientrò a Napoli più motivato che mai:« Grazie a Dio sono guarito entro i termini previsti e non vedo l’ora di tornare in campo per dimostrare il mio valore». Oggi Rafael convive con quel paragone scomodo che risponde al nome di quell’ illustre predecessore ma è sicuro di poter offrire altrettante garanzie ed intanto si augura di scacciare anche quel brutto ricordo di Swansea, la sua prima trasferta europea con la maglia del Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
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