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Rafael conta nel progetto azzurro: “Tutti crediamo nello scudetto, ecco perchè…”

NAPOLI – Indici ed occhi puntati verso il cielo, labbra che si schiudono per pregare sottovoce. All’ingresso in campo, all’uscita e durante le partite, quando c’è da ringraziare Dio per un gol azzurro. Rafael Cabral Barbosa è un Atleta di Cristo e per lui il calcio, come altro nella vita, non può prescindere dalla fede. Quella che gli dà la carica giusta, oltre alla concentrazione, quella che gli ha trasmesso sicurezza in maniera crescente nei tre match sin qui disputati al posto di Pepe Reina (5 gol subiti). Udinese così così (ma c’era pure da pagare lo scotto dell’esordio), poi Arsenal e Inter già molto meglio.

FIDUCIA – Step dopo step, il brasiliano ex Santos prende fiducia e la restituisce al reparto di competenza. S’era presentato due settimane fa davanti ai 35mila di Fuorigrotta, provando contro l’Udinese a mettere da parte la timidezza e dare corda alla personalità. Una palla a ballonzolare pericolosamente presso la linea di porta, qualche indecisione sulle uscite, un tiro forse battezzato alto, ma così non era. Nulla di irreparabile certo, perché poi in Champions e nell’ultima contro l’Inter il 23enne di Sorocaba s’è preso gli applausi per alcuni interventi ben confezionati.

VINCERE SEMPRE – Jeans e giubbino nero alla “Fonzie”, eccolo ieri a Villa D’Angelo con tutti gli altri, al rituale pranzo d’auguri. Seguito come un’ombra dal connazionale Bruno Uvini, sorridente e disteso dopo aver lanciato (tutto sommato) segnali convincenti nei 270’ giocati. Poco prima aveva affidato pensieri e stati d’animo ai microfoni di Radio Goal (Kiss Kiss). «Crediamo di poter vincere tutto. Ecco perché stiamo lavorando sodo. E’ stata una settimana pesante ma siamo contenti perché abbiamo vinto due match difficili. Tutto il Napoli sta lavorando per far bene, parliamo molto con il mister e proviamo sempre a fare ciò che ci dice».

CAGLIARI – L’incessante ricerca della vittoria anche nell’insidiosa trasferta di domani sera: «Anche a Cagliari credo che possiamo vincere, ma non sarà semplice perché loro sono una buonissima squadra, veloce e che fa pressing. Noi vogliamo regalare un altro successo ai tifosi, fare loro un bel regalo di Natale. Ci teniamo particolarmente e proveremo a giocare con intensità ed orgoglio. Lo scudetto? Le prime tre possono lottare sino in fondo. Parliamo molto nello spogliatoio di questa occasione da non perdere mai di vista. Sto imparando molto da Reina, persona straordinaria oltre che portiere eccezionale. In Brasile mi allenavo con le punizioni di Neymar: abbiamo vinto sei titoli assieme, è un fenomeno e un grande amico. Trovo poi che Napoli sia bellissima. Sono arrivato in una grande società, con calciatori fortissimi e una tifoseria spettacolare».

IN BRASILE – Ci tornerebbe molto volentieri anche per i Mondiali. «Ci conto, sarebbe un sogno. Spero di avere un’opportunità lavorando al meglio col Napoli. Il calcio brasiliano è simile, anche se qui c’è più tattica, ma mi piace molto. Ritengo di essere un ragazzo umile e spero nel tempo di emulare i connazionali Dida e Julio Cesar, che in Italia hanno vinto tutto. La parata su Guarin (ne è uscito con una caviglia malconcia) poi per me vale quanto un gol. E’ solo il mio lavoro».

 

Fonte: Corriere dello Sport

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