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VIDEO – Rafa Benitez, l’uomo dei trofei: la storia dice ”buona la prima”

Benitez ha vinto 10 trofei, quanto il Napoli in tutta la sua storia. Sabato sera gli azzurri si affidano all'esperienza del suo allenatore

Mancano poco meno di quattro giorni alla finale di Coppa Italia, la seconda che il Napoli disputa nel giro di tre anni. Terza finale dell’era De Laurentiis e prima finale conquistata dal Napoli di Rafa Benitez. Si è detto e lo ripetiamo: le statistiche danno ragione alle qualità del mister che ad ogni nuova esperienza lavorativa ha sempre conquistato un titolo. Liga, Champions League o Supercoppa Italiana. Poco importa, l’importante è trionfare. Benitez e il Napoli, Napoli e Rafa Benitez. Dieci a dieci. Dieci sono i trofei vinti dal tecnico spagnolo, dieci i trofei vinti dal Napoli nella sua lunga esistenza. L’ultimo titolo, la Coppa Italia vinta due anni fa, distava ben 22 anni dall’ultimo successo. Era la Supercoppa italiana. Benitez all’epoca guidava le giovanili del Real Madrid. Insegnava a Raul a diventare uno dei migliori attaccanti al mondo.
Quanto importante sarà per il Napoli avere un allenatore pluridecorato sulla propria panchina sabato sera? Un maestro capace di insegnare calcio, di farsi ascoltare ed apprezzare. Questo Napoli nelle gare secche ci ha abituato a tutto. Lo si è visto carico, intelligente e pronto a colpire l’avversario al momento giusto. Sa bene Rafa i pericoli che può nascondere una finale, non sempre vince chi è più forte. Lo sa bene Carlo Ancellotti che nel 2004 -2005 vide sfumare una finale Champions. All’intervallo il Milan vinceva 3-0, c’era chi festeggiava. Negli spogliatoi Benitez rivoltava i suoi come calzini e ne tirava fuori l’orgoglio. In 10′ minuti il match era in parità, la coppa al Liverpool dopo i rigori. Non ci è dato sapere cosa abbia detto Rafa tra le mura di Istanbul ma quella partita fa emergere il carattere di un condottiero. Evidenzia le doti da manager di chi dal 2001 al 2004 conduce il Valencia a due successi nazionali più la vittoria dell’ormai ex Coppa Uefa. Poi c’è la finale del 2005, per l’appunto. Ancora una volta buona la prima.
Nel 2005 – 2006 sempre alla guida del Liverpool, Benitez si aggiudica una Supercoppa Europea contro il CSKA ed una FA Cup; il Napoli batteva il Perugia al San Paolo e tornava in serie B.
Il 2007 è l’anno della rivincita rossonera. Rafa comincia bene l’anno vincendo la Community Shield. Arriva però la finale di Champions. Teatro dell’incontro è Atene e a trionfare è il Milan di Ancellotti. Liverpool mai in partita, questa volta Rafa non riesce a dare il proprio imprinting alla squadra. Reds sconfitti. Rafa furibondo abbandona l’impianto e passa l’intera notte sotto la pioggia. Non ci è dato sapere cosa abbia fatto, a noi comuni opinionisti è dato solo immaginare.
La marcia trionfale della Champions League nella stagione 2007-2008 si interrompe in semifinale con il Chelsea. Nel 2009 – 2010 arriva un’altra cocente sconfitta, stavolta in semifinale di Europa League con l’Atletico di Madrid. I maligni e gli invidiosi parlerebbero di parabola discendente, il professore invece decide di accettare l’offerta dell’Inter. L’avventura dura solo pochi mesi, giusto il tempo di vincere una Supercoppa Italiana ed un Mondiale per Club. Nel mezzo la sconfitta in Supercoppa Europa, manco a dirlo, con l’Atletico di Madrid. Il rapporto con Moratti si consuma presto e nel mentre il tecnico è in attesa di conoscere il proprio destino, i giornalisti sono fuori la sua villa. Tira un vento della malora e Rafa esce ad offrire un thè caldo a quei poveracci. Qualcuno direbbe – “Ma chi glielo ha fatto fare”, già. Chi avrebbe mai accettato l’offerta del Chelsea reduce dalla vittoria di Champions; un Chelsea alla deriva, con la pancia ormai sazia. Rafa firma per una stagione, deve rilanciarsi. Rigenera Lampard, si inventa David Luiz mediano e guida il Chelsea alla qualificazione in Champions e alla vittoria dell’Europa League. Ottimo biglietto da visita per chi vuole rilanciare la propria immagine e la propria scuola.
Maggio 2013, uno squillo con prefisso 081 … è l’inizio di una nuova splendida avventura. Siamo alle sole battute iniziali eppure sembra essere passata un eternità. Giorni e mesi trascorsi ad apprezzare il lavoro di un uomo che in conferenza dispensa sorrisi ed è sempre disponibile con tutti. Un uomo che ha accettato Napoli per lanciare il proprio riscatto all’Italia che troppo presto l’aveva bocciato. E da qui si deve ripartire. Dall’orgoglio di un uomo ferito. Lo stesso orgoglio del 2005. Lo stesso uomo del 2007. Non ci è dato di sapere ora come andrà la finale di Coppa Italia, a noi tutti è dato solo immaginare …

La storica rimonta del 2005

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La cocente delusione nel 2007

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Il trionfo dello scorso anno col Chelsea

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A cura di Francesco Gambardella

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