Una finale attesa 26 anni è lì a portata di mano. Due partite per coronare un sogno, tre per scrivere la storia. Da superare lo scorbutico, ma non irresistibile, Dnipro per strappare il biglietto per la finale di Europa League a Varsavia. Il futuro di Rafa Benitez rimane l’argomento più gettonato a Napoli e dintorni, un tormentone sul quale è vicina la parola fine, visto che l’agente del tecnico spagnolo è sbarcato a Napoli per parlare con De Laurentiis. Il sì sembra essere sempre più vicino e il regalo migliore per le rinnovate nozze non può essere che l’Europa League.
Se in giro c’è un allenatore che sa come si vincono le coppe (sia nazionali che al di fuori dei confini) questo è proprio Benitez , il re di coppe, che ha nel suo palmares la bellezza di 10 titoli sollevati al cielo (4 internazionali), conquistati in tre paesi diversi (Spagna, Inghilterra e Italia) e alla guida di quattro squadre (Valencia, Liverpool, Chelsea e Napoli). Solo nell’esperienza partenopea, il manager iberico non ha ancora conquistato una coppe europea e l’occasione è ghiotta e sarebbe un delitto lasciarsela sfuggire, soprattutto dopo aver umiliato il Wolfsburg, la grande favorita alla vittoria finale.
Benitez ha cominciato a prendere confidenza con le coppe nella stagione 2003-2004. Alla guida del Valencia Rafa vince il secondo campionato e alza al cielo di Goteborg la Coppa Uefa dopo una cavalcata trionfale (grande sofferenza solo negli ottavi, dove ha avuto bisogno dei supplentari per far fuori i turchi del Gençlerbirliği): in finale Vicente e Mista spazzano via l’Olympique Marsiglia che nei quarti aveva fatto fuori l’Inter. Per la prima (e unica) volta nella sua carriera, Benitez vince campionato e coppa europea nella stessa stagione.
Dopo il doblete, lascia Valencia e comincia l’avventura in Premier con il Liverpool. E al primo tentativo riporta ad Anfield la Champions League dopo 21 anni. A farne le spese è il Milan in una finale epica a Istanbul che è passata alla storia.
Sopra 3-0 all’intervallo (Maldini e doppio Crespo), gli uomini di Ancelotti si fanno raggiungere nella ripresa (Gerrard, Smicer e Xabi Alonso in 6′) e poi perdono ai rigori. In campionato è solo quinto posto a 37 lunghezze dal Chelsea, ma in estate arriva il trionfo nella Supercoppa europea: 3-1 in rimonta al Cska Mosca dopo i supplementari firmato Cissé (doppietta) e Luis Garcia. Due anni dopo è ancora finale contro i rossoneri, ma questa volta le lacrime sono inglesi.
Dopo aver perso la Supercoppa europea e aver vinto quella italiana, nel dicembre 2010 chiude la sua tribolata avventura all’Inter con il Mondiale per club, che si rivela una passeggiata. In semifinale 3-0 ai sudcoreani del Seongnam (Stankovic, Zanetti e Milito) e in finale identico score rifilato ai congolesi del Mazembe (Pandev, Eto’o, Biabiany). In campionato Benitez paga i tanti infortuni e un rapporto mai sbocciato con i senatori nerazzurri e con il presidente Moratti e viene esonerato dopo 15 giornate e sole 6 vittorie).
Ritrova il feeling con le coppe nel 2013. A novembre 2012 viene chiamato da Abramovich per prendere il posto di Di Matteo, un paio di settimane dopo perde a sorpresa il Mondiale per club (in finale con il Corinthians). Lo spagnolo non si abbatte e ringrazia della fiducia vincendo l’Europa League, battendo 2-1 all’ultimo assalto (goal di Ivanovic al 93′) il Benfica.
Uomo fortunato Benitez, non c’è che dire, e per un popolo che crede nella cabala è un segnale molto positivo. L’allenatore che guidava gli azzurri nella coppa Uefa 1988-89 era Ottavio Bianchi, che comincia con la “B” come Benitez. E se ci allarghiamo al campionato, l’ultimo tecnico a vincere lo scudetto è stato Alberto Bigon. Guarda caso (o magari no) un altro che comincia per “B”.
Fonte: Goal.com
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