Do you remember? La memoria è uno scrigno e in quell’archivio impenetrabile ci sono frammenti che restano impresse per l’eternità. «Certo che ricordo. Ricordo l’esultanza dei tifosi del Bologna, anche se per loro non c’era nulla in palio; ricordo una certa animosità». Il 6 maggio del 2012 è la data nella piaga, la cicatrice rimasta nella testa, nel cervello, nella pelle e quel Bologna-Napoli, 2-0 e addio Champions, è una lama conficcata nei pensieri sparsi di Mazzarri: «E se permettete non sono d’accordo con Pioli, quando dice che non fu lì che perdemmo il nostro terzo posto: Bologna era il penultimo ostacolo, poi noi avremmo giocato in casa e l’Udinese fuori, con noi in vantaggio… Io spero che i miei ragazzi possano sfoderare una grandissima prova». Le vendette sono pietanze da servire fredde, nel gelo d’una notte abitata dai fantasmi, i precedenti con Pioli che inducono alla malinconia (un punto nelle ultime quattro gare, tra Chievo e Bologna) e la spada di Damocle che pende sul capo di Cannavaro e Grava, i leader storici d’un club vissuto per davvero per due lustri circa da entrambi. «Da quello che so io, per come hanno parlato sia Paolo che Gianluca, non dovremmo avere problemi. Ma se dovesse accadere il contrario, ci troveremmo al cospetto di una grave ingiustizia. Però per il momento non fatemi parlare di questo, aspettiamo la sentenza. Ora ho il Bologna su cui concentrarmi…».
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