La pretattica, ma va: semmai ci pensa il cuscino, il governatore dei sogni di Benitez; ma quel che passa il convento, allo stato attuale, è un Napoli (teoricamente) fatto, con umanissimi dubbi sparsi qua e là ed una formazione che (pare) annunciata. Si cambia, a sinistra: perché torna Ghoulam, che ritrova il proprio habitat naturale, e stavolta il dualismo scivola a destra, tra Henrique e Reveillere, il primo più del secondo. Ma sono dettagli. Napoli-Juventus non è una partita normale, però lo diventa attraverso le abitudini di sempre: niente ritiro (e perché mai, visto ch’è andata sempre così?) e l’aria scanzonata di chi ne ha viste, tante, troppe, per lasciarsi impressionare dal clima e per rifugiarsi in quel vicolo inaccessibile della strategia tout court.
SI (RI)TOCCA – Però poi bisogna giocarla e quindi sceglierne undici: Inler, che a Catania ha riposato, sembra «investito» del ruolo di medianone (con i piedi buoni) al fianco di Jorginho; Insigne ha più opportunità di esserci, rispetto a Mertens che s’è appena ripreso dalla distorsione ad una caviglia; il resto è noto: Hamsik alle spalle di Higuain, Callejon a destra e poi sarà mercato, saranno i giorni di Riccardo Bigon, svelatosi (per quel che può) a Sky, galleggiando tra Napoli-Juventus e i sogni da realizzare: «Stasera c’è una partita particolare e s’avverte nell’aria che siamo in presenza di una atmosfera assai speciale. Noi ci proviamo perché inseguiamo il secondo posto, che a differenza del terzo cambia le prospettive. Ma sappiamo bene cosa fare, quando verrà il momento: il Napoli vuole essere competitivo, sempre, per tentar di vincere per anni».
Fonte: Corriere dello Sport
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