Il senso della quiete. Il mondo fuori, quel che resta a Castel Volturno. Vialone silenzioso, nessun tifoso all’esterno. Sole ed erba rigogliosa. In lontananza il rumore delle maccchine che sistemano il nuovo campo, quello dei portieri. L’ha voluto Rafa Benitez. Misure regolamentari per trequarti: lo spazio giusto per dare profondità e ampiezza ai numeri uno. La squadra si allena lontano da occhi indiscreti.
TRANQUILLITA’. Porte chiuse. Come sempre. Pure durante la sosta. Benitez a Nyon, Fabio Pecchia e gli altri dello staff da vice: ancor più operativi e attenti. Maglie bianche tra l’azzurro delle divise da allenamento e i colori sgargianti delle pettorine. E’ però il pallone che comanda. Sempre. Nell’ottanta per cento delle esercitazioni, lui c’è. E deve correre veloce, a due tocchi. Intensità, ritmo e pressione. Pure adesso che più che a calcio si gioca a calciotto. Si fa quel che si può. Con chi c’è. Le nazionali ne hanno portati via nove, si fa fatica anche ad organizzare una partita vera. Fortuna che c’è qualche giovane della Primavera che fa gruppo. L’appuntamento ogni giorno di mattina. Sveglia presto, prima che il sole s’impunti e scotti. Un paio d’ore a tutta. Anche oggi. Poi il week end di riposo. Pieno. Totale. Sabato e domenica relax, lunedì si ricomincia e saranno già di più.
Higuain e Andujar sono rientrati ieri nel tardo pomeriggio. Gli altri sono attesi gradualmente: stanchi, fusi dal fuso qualcuno e però per forza già carichi.
AL LAVORO. Il Chievo avversario alla seconda come un anno fa. Al San Paolo stavolta. David Lopez e Jonathan De Guzman i più ansiosi. Si sono informati, hanno chiesto ai compagni, hanno smanettato sul web per capire l’effetto che farà. L’urlo dei cinquantamila la curiosità maggiore. Sperano di giocare, intanto si allenano. E forzano, spingono, si fanno conoscere. Due settimane benedette. Senza stress. Utili. Equilibri, meccanismi, automatismi e compagni. Tutto è nuovo. E perfezionabile. Koulibaly affianca Britos. Henrique si sdoppia tra il centro e la destra. Mesto fa l’esterno. Ghoulam guarda e corricchia: braccio fasciato e tutore. Ha una placca all’ulna con quattro viti. Ad inizio settimana prossima farà altri esami. Poi metterà un tutore speciale in fibra leggera per cominciare ad allenarsi col gruppo. Per ora si tiene in forma.
LOPEZ . David Lopez è arrivato invece già tirato a lucido. Faccia pulita, occhi grandi e buon dinamismo. Il piede delicato è quello di de Guzman: con la “d” minuscola. In mezzo, sulla trequarti e anche esterno alto, un jolly sin da quando era ragazzino e giocava a otto anni negli Azzurro Toronto. Azzurro: un destino, forse. Quello a cui crederà anche Michu. Aveva preso la 25 come maglia. Poi ha scelto il 21 di Fernandez.
Più deciso Koulibaly. Sopratutto è così che lo vuole in campo Benitez sulle palle alte. Ha fisico e mezzi. Il gol di Pinilla è una lezione da mandar giù. La sosta serve eccome. Per crescere, migliorare e sbollire anche un po’ di delusione. Dura per Insigne e Callejon stare senza la nazionale. Alla prossima.
Fonte: Corriere dello sport
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