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Quest’oggi si svela la terza maglia azzurra, c’è tanta curiosità dopo la famosa camouflage

La seconda maglia viene ritenuta una chicca, appartiene alla categoria dei «prodotti innovativi», ha l’aspirazione di voler ridisegnare anche un po’ le abitudini

Fashion: certo che sì, perché il calcio lusinga la moda, la accarezza e la blandisce, la insegue e la cattura, la afferra e la porta in sé. E poi elegante: ci mancherebbe, perché poi c’è uno stile, il «made in Naples», che va in giro per il mondo, sei milioni di fans sparsi in qualsiasi continente, ed un modello da esportazione. Count down: ci siamo e stavolta non bisogna mettere la palla al centro dell’universo, ma spogliare di mistero l’attesa e svelare e poi vestirsi secondo tendenza. Eccola qua, è la «maglietta»: in teoria la terza, quella che segue la classica, tradizionale, inattaccabile azzurra e poi la bianca, ma nei fatti – concretamente – la seconda; e poi praticamente, la «prima», perché vederla, toccarla e poi gustarsela sarà meccanico, spontaneo e immediato, avendo la possibilità di andare ad ammirarla al san Paolo, per il debutto (interno e in campionato) con il Chievo. Si scrive marketing e si rileggono le mode, le tendenze, i gusti e forse persino gli appetiti: perché dietro la passione si nascondono anche piccole manie e collezionisti sono curiosi di andare a verificare l’effetto che fa.

MEZZOGIORNO . Alle dodici il Napoli farà cadere i veli e consegnerà – affinché siano vendute da domani – le scorte di una casacca che viene introdotta nel segreto più assoluto: la scia creata dal camouflage non è stata abbandonata, assolutamente no, ed il desiderio del Napoli è quello di accontentare a modo suo quella platea così abbondante. La seconda maglia viene ritenuta una chicca, appartiene alla categoria dei «prodotti innovativi», ha l’aspirazione di voler ridisegnare anche un po’ le abitudini, perché stavolta – volendo – si può anche scegliere di andare allo stadio vestendosi di tutto punto e però all’inglese. L’eleganza classica a cui fa riferimento ha aspirazioni ampie, tende a spingere il tifoso ad usare quel capo d’abbigliamento come un cenno d’identità, a mostrarlo come segno di appartenenza, ad indossarlo sinanche sotto la giacca, avendo (assicurano) i connotati per farlo: e non a caso l’hanno tenuta nascosta sino all’immediata vigilia del battesimo al San Paolo, dove poi lasceranno che sfili per aprire le danze. Perché per certe occasioni, bisogna presentarsi «elegantemente al passo con i tempi». Fashion, insomma.

Fonte: Corriere dello Sport

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