La spiegazione più semplice alla sconfitta del Napoli è forse anche la più vera: è mancato Cavani. Ma probabilmente non basta per capire: c’è dell’altro. Già nel primo tempo si erano notate le difficoltà della squadra di Mazzarri che, portando 8-9 uomini a ridosso dell’area atalantina, non aveva in area la forza d’urto del suo cannoniere. E nella ripresa, dominata dal Napoli, l’assenza dell’uruguaiano è diventata perfino imbarazzante. Gli azzurri hanno soggiornato a pochi metri da Consigli, hanno creato occasioni, hanno giocato, spinto, accelerato, ma il gol del pari, che sarebbe stato meritato, è rimasto nel piede di Cavani. A Napoli.
Non era stato lo stesso Napoli nel primo tempo. Alla squadra era mancato gioco, era mancata anche la qualità dell’unico elemento di qualità, Hamsik. Si era quasi perso, per poi ritrovarsi dopo l’intervallo. L’Atalanta ha vinto sfruttando al massimo le occasioni che ha creato, mostrando più cattiveria e più concretezza e tirando una sola volta nello specchio della porta, quello del gol di Carmona. La sconfitta del Napoli è pesante per i riflessi in classifica, la Juve è scappata, l’Inter l’ha scavalcata. Questi sono i punti persi che fanno male e che alla fine possono pregiudicare il campionato. Toccherà a Mazzarri riflettere e ritrovare il vero Napoli per 90 minuti. Quarantacinque non sono bastati.
SENZA CAVANI – Fino a ieri il Napoli non aveva mai perso quando era stato costretto a rinunciare a Cavani, ma qui a Bergamo l’assenza si è fatta subito sentire. Pandev e un po’ anche Insigne lo hanno fatto rimpiangere, ma l’uruguayano è di una dimensione irraggiungibile per tutti gli altri attaccanti di Mazzarri. Il Napoli arrivava senza intoppi a ridosso dell’area atalantina, ma in quei momenti serviva l’animale da area di rigore, serviva Cavani. E gli sarebbe servito anche un rifinitore più ispirato: per tutto il primo tempo Hamsik non ha mostrato i suoi pezzi di qualità.
SENZA NAZIONALI – Anche le assenze sull’altro versante erano pesanti, a Colantuono mancava il pezzo fondamentale del centrocampo e anche i due azzurri, Peluso e Cigarini. Non per questo, però, ha pensato a difendersi e basta, anzi. Ha attaccato sugli esterni (anche se Schelotto e Bonaventura non sono stati troppo efficaci nella fase finale dell’azione) e ha fatto salire i due centrali: su uno di questi inserimenti è arrivato il gol. Quando però il Napoli prendeva palla, nel cuore del campo l’Atalanta era costretta a rinculare e a difendersi con 9 uomini quasi al limite dell’area, costringendo Inler e Hamsik a cercare la conclusione dalla distanza.
NAPOLI E CONTROPIEDE – Nel secondo tempo la partita ha preso una forma molto più netta: attacco del Napoli, contropiede dell’Atalanta. Che ha arretrato ancora di più la squadra, lasciando solo Denis fra Gamberini e Cannavaro. Insigne ha sbagliato il gol dell’uno a uno non sfruttando una disattenzione di Bellini e poco dopo Consigli ha respinto in uscita un tiro di Hamsik in area, dopo scambio con Insigne, anche quella era una palla-gol. Mazzarri aveva già tolto Behrami per dare ancora più ordine all’assalto dei suoi con Dzemaili, poi ha tolto Gamberini per mettere Mesto e passare alla difesa a 4. Il Napoli entrava nel cuore della difesa bergamasca con scambi stretti, difficili da controllare grazie alla rapidità e alla tecnica di Hamsik, finalmente a capo della manovra. Con Vargas al posto di Dossena, il tecnico ha cambiato ancora il Napoli, passando al 4-2-1-3, con Hamsik alle spalle di Vargas-Pandev-Insigne. Era l’ultima idea, l’ultimo tentativo. Andato a vuoto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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