Zuniga porta lo strumento (un I-pod con casse acustiche esterne), Lavezzi provvede a scegliere la musica. E gli altri ad accompagnare con le mani o con movimenti dell’anca. Musica a tutto volume. Cumbia, disco-music, rap, zampa. E non importa se si sta in aereo o nello spogliatoio.
A TUTTO VOLUME- Dopo una vittoria, bisogna ascoltare musica a tutto volume. Da spaccare i timpani. Come successe dal ritorno da Vila Real, sul charter che riportava a casa la squadra reduce dalla qualificazione agli ottavi di Champions, allorché Morgan De Sanctis si mise a ballare nel corridoio dell’aeromobile facendo scoppiare dalle risate anche Mazzarri. E poi c’è la chitarra di Campagnaro che però ama suonare a casa o quando viene invitato da Lavezzi nella sua villa a Marechiaro davanti ad un asado tipicamente argentino. Prima del Pocho, della brace si occupava German Denis. E anche allora, come oggi, i sudamericani formano un gruppo a se stante. Ma che si integra alla perfezione con gli italiani. Dossena, Cannavaro, De Sanctis e Mascara sono quelli che si uniscono volentieri all’«ammuina» creata da Lavezzi, Zuniga, Santana, Gargano.
MATTACCHIONI- Un gruppo di mattacchioni che scherza e sa stare allo scherzo; un gruppo di ragazzi che ha mantenuto le proprie abitudini pur rispettando quelle degli altri; un manipolo di giovani che si stimano e si frequentano anche fuori del campo. E’ nata così anche la parentela stretta tra Hamsik e Gargano. Una sera lo slovacco invitò l’amico uruguaiano a cena, c’era anche la sorella Miska e partì il colpo di fulmine fino ad arrivare al matrimonio. I due cognati in campo si aiutano a vicenda nei momenti critici e se possono si regalano assist. E’ successo con il Genoa allorché Hamsik ha servito Gargano e capitò anche a Marassi, ma al contrario.
INLER E DZEMAILI- Inler e Dzemaili si sono inseriti in un attimo nello spogliatoio partenopeo. Sono bastati pochi giorni di ritiro a Dimaro che Inler era diventato già l’amico del cuore di Hamsik. Mazzarri li aveva sistemati nella stessa camera. Così come aveva sistemato Dzemaili con Cristian Maggio; Britos con Grava; Fernandez con Campagnaro; Santana con Dossena. Nulla sfugge al tecnico e al suo staff pur di favorire la massima coesione nel gruppo. E se qualche volta, uno degli stranieri si lascia andare a qualche gesto di insofferenza c’è sempre De Sanctis pronto a redarguirli: «Uè, qua si sta tutti nella stessa barca e bisogna portare rispetto ai compagni, capito?». Nessuno osa replicare al saggio Morgan.
MESSI IN GUARDIA- Eppure non sono bastate le raccomandazioni degli italiani ai sudamericani: «Guagliù, girate in città senza dare nell’occhio e senza indossare oggetti preziosi». Macchè. Ma ora anche argentini e uruguaianii hanno capito che a Napoli bisogna evitare. E Cavani non ci ha pensato su due volte: dopo il furto subito alla casa di Lucrino ha cambiato abitazione rifugiandosi in un parco con tanto di vigilanza privata al centro della città. Ma con lui ci sono sempre i compagni, Gargano, Mascara, Grava. E Pandev è rimasto senza parole: «Uno spogliatoio incredibile, una grande famiglia».
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro