È di nuovo gelo tra il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis e il sindaco Luigi de Magistris. Il primo cittadino dice no alla proroga della convenzione per il San Paolo – in attesa della legge sugli stadi – chiesta dal produttore cinematografico. E lancia la sfida: «La legge potrebbe anche non arrivare mai, a Torino e a Udine si sono fatti lo stesso gli stadi, perché non possiamo farlo a Napoli?». Parole dette a Radio Crc nel corso del programma «Si gonfia la rete» condotto da Raffaele Auriemma. Il sindaco è molto deciso e sembra avere le idee chiare: «La concessione per 99 anni, ovvero la cessione del diritto di superificie, equivale a un diritto reale di proprietà, mi sembra questa la strada più semplice e diretta per arrivare a un accordo che si può chiudere subito. Tutto, naturalmente passerebbe per una gara pubblica e trasparente. Una ipotesi della quale abbiamo parlato guardandoci in faccia meno di un mese fa. E a me interessa quello che ci si dice nelle sedi istituzionali non le chiacchiere raccolta fuori». De Magistris entra nel dettaglio: «Attualmente la pista di atletica non si può togliere perché sotto vincolo della Sovrintendenza. Se venisse tolto il vincolo ne riparleremo, perché è ovvio che anche per me lo stadio deve essere senza pista, ma ora non si può e non ci si può fermare per questo. Tuttavia, bisogna anche poi pensare a tutte le società sportive che utilizzano il San Paolo e trovare loro una sistemazione. Ad Aurelio a prescindere da tutto ho detto che comunque il San Paolo è dei napoletani. Così come sono consapevole che non si può fare uno stadio contro il volere del presidente del calcio Napoli, il quale ha scelto la struttura di Fuorigrotta». Il sindaco vuole uno «stadio aperto anche ad altre manifestazioni come i concerti. Quanti soldi servono? Dipende da quello che si vuole fare, con 70-80 milioni si avrebbe un impianto fantastico. Senza dimenticare che il progetto stadio riguarda anche la riqualificazione di tutta l’area di Piazzale Tecchio». Per il sindaco, dunque, la priorità è sanare le pendenze economiche e finanziarie fra club e Comune, e quindi mettere mano al progetto per rifare la struttura di Fuorigrotta. De Laurentiis ha lanciato la richiesta di proroga nel corso dell’audizione in commissione sport del Consiglio comunale. C’è da dire che l’argomento è caldo, ieri, il premier Letta, ha indicato una via più breve rispetto al Ddl: un emendamento alla legge di Stabilità per sdoganare una questione in piedi da oltre due lustri. Questo il contesto dentro al quale si è consumato lo strappo tra sindaco e patron. De Magistris, nel declinare quelle che sono le priorità del Comune è molto chiaro: «Stiamo lavorando per trovare una soluzione a breve, medio e lungo termine. Io vorrei chiudere entro l’anno un tavolo complessivo con il Calcio Napoli». Due lingue al momento diverse, due idee ancora distanti. Come finirà? Dopo quasi tre anni di schermaglie e riappacificazioni sfarzose stavolta sembra davvero che il momento del chiarimento definitivo sia vicino. Ciascuno dovrà dire cosa vuole fare. Palazzo San Giacomo deve garantire al presidente che sotto l’aspetto amministrativo De Laurentiis – nel rispetto delle leggi – sarà accompagnato concretamente verso la ristrutturazione del nuovo San Paolo. Il presidente deve fare una proposta, fornire un progetto, mostrare volontà di investire. La sensazione è che De Laurentiis stia ancora studiando se effettivamente serva uno stadio di proprietà a questo Napoli, e se sì, che tipo di impianto. «Per essere competitivi e vincere mancano almeno 100 milioni di fatturato, per lo Juventus Stadium a Torino non hanno tirato fuori un euro ci ha pensato la Sportfive che investito 90 milioni» ha confidato ai consiglieri comunali.
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