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Quelle strane frequentazioni di Sculli con un ex estremista nero

Carminati, già Nar, era legato anche alla banda della Magliana Un incontro nella capitale

Dice Giuseppe Sculli, centrocampista atipico già alla Lazio e ora in forza al Genoa: «Sono schifato, quanto ancora andrà avanti tutto questo? Non ne resterà altro che carta». Di certo rimarranno le foto che lo ritraggono insieme all’ex compagno di squadra Mimmo Criscito, ad alcuni capi ultrà rossoblu e al pregiudicato bosniaco Safet Altic: «Andavo sempre, a pranzo e a cena, incontrando chiunque, genoani e sampdoriani», spiega il calciatore. Le cui frequentazioni, annotano gli investigatori, sfiorano sempre ambienti ad alto tasso di pericolo: se non è la criminalità organizzata è un ex terrorista dei Nar legato alla Banda della Magliana. Ovvero Massimo Carminati, detto «er cecato». Lo scorso 19 marzo, ricostruiscono gli investigatori, Sculli è a Roma in occasione di Roma-Genoa, partita per la quale non è stato inserito nella rosa dei titolari. Alle due e mezza del pomeriggio viene intercettato mentre parla con un uomo dall’accento romano, che chiama dapprima «fratellino» e successivamente «Giò». Nel corso della conversazione Sculli esorta l’uomo a raggiungerlo all’hotel «degli Aranci» di Roma, quindi lo invita ad andare insieme a lui ad assistere alla partita in tribuna. L’appuntamento in albergo non è casuale: «Presso la suddetta struttura – registrano gli uomini dello Sco – era infatti alloggiata la formazione del Genoa che, in serata avrebbe affrontato la Roma, nel posticipo serale valevole per la 28a giornata del campionato di A. Il calciatore, benché non convocato, aveva deciso di seguire ugualmente la squadra». Sculli promette al suo interlocutore che si sarebbe attivato per garantirgli il posto al suo fianco in tribuna e gli investigatori vogliono sapere qualcosa di più sul rapporto tra i due. Perciò «viene predisposto un servizio di osservazione nei pressi del citato hotel», che a quanto pare dà buoni risultati. Davanti all’albergo infatti si ferma un’auto da cui scende Romano Papola. «L’incontro – si legge nel rapporto – era comunque stato preceduto da una conversazione telefonica intercettata tra i due». Papola, peraltro, risulta aver avuto anche quindici contatti telefonici con Samanta Romano, ovvero l’utenza fittizia utilizzata da Stefano Mauri, «tutti registrati in data 16 maggio 2011».
Poco prima delle sei del pomeriggio il centrocampista del Genoa attende sempre di fronte all’albergo un altro ospite, che arriva a bordo di una Smart «intestata alla società GRF auto»: è un uomo tra i 40 e i 45 anni, con i capelli scuri rasati, che saluta Sculli, stringe la mano a Papola ed entra con loro. «Il dato piuttosto curioso che emerge», segnala il rapporto, è che il precedente 27 gennaio 2012 la stessa vettura era stata controllata a Roma in via Nitti e a bordo c’era Massimo Carminati, estremista di destra legato ai Nuclei armati rivoluzionari e vicino agli ambienti della malavita organizzata. Il suo soprannome è «er cecato», a causa «di un’evidente menomazione» all’occhio sinistro, permanente conseguenza di uno scontro a fuoco con i carabinieri risalente al 1981. Carminati è un personaggio noto agli investigatori: è stato affiliato alla Banda della Magliana, accusato di aver gestito i legami con il mondo dell’eversione di destra e della criminalità organizzata romana. Insieme a Carminati, nel controllo effettuato in via Nitti, viene identificato Giovanni De Carlo, campione italiano di classe B di kickboxing ingaggiato dalla squadra Bertolazzi di Milano. Rilevano gli investigatori: «Quest’ultimo, verosimilmente, può essere identificato come il soggetto che si è incontrato con Sculli il pomeriggio dello scorso 19 marzo 2012, giungendo a bordo della vettura Smart menzionata».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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