Un titolo mondiale e sei finali conquistate. Nella storia centenaria della Coppa Davis l’Italia resta una delle grandi protagoniste, ora di più, da quanto è tornata nel World Group, tra le grandi del mondo. Dal 1922 ad oggi la Davis ha rappresentato il punto fermo dell’attività della nostra nazionale di tennis. Negli anni ’30 con De Stefani e De Morpurgo l’Italia rappresentava una delle potenze mondiali, subito dietro Gran Bretagna, Australia, Francia e Stati Uniti. Negli anni ’60 il primo boom, con Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola capaci di arrivare due volte alla finale per il titolo, perse entrambe contro l’imbattibile Australia in trasferta (1960, 1961); poi la naturale flessione, prima della rinascita degli anni 70 con un fuoriclasse come Adriano Panatta e con Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli. Nel 1974 il primo tentativo di vincere la Davis (semifinale con il Sud Africa), poi l’anno d’oro, il 1976.
Italia-Cile arriva a Napoli, 36 anni dopo quell’incredibile, unica vittoria degli azzurri. Il fascino della sfida resta immutato, i ricordi degli sportivi anche. Prima del trionfo italiano e del tennis giocato si parlò solo di politica. Il Cile del dittatore Pinochet era politicamente un avversario molto più difficile di quello che poi si sarebbe rivelato sul campo di terra battuta. La sinistra italiana non voleva che la nazionale italiana volasse in Cile per giocare una sfida sia pure importante, contro una nazione che si era macchiata di assurdi crimini di guerra. La squadra azzurra si oppose con forza. Il capitano di allora, Nicola Pietrangeli si battè in ogni sede per affermare il diritto a giocare una sfida sportiva, lasciando fuori dalla porta la politica. L’Italia di Davis partì per Santiago, vinse e portò l’Insalatiera d’argento nel nostro paese, zittendo polemiche e controversie. Al dittatore Pinochet nessuno penso più.
Quella formidabile squadra è stata poi in finale ancora nel 1977, in Australia, nel 1979 negli Usa, nel 1980 in Repubblica Ceca, confermandosi team tra i più forti del mondo ma senza più rimettere le mani sull’Insalatiera d’argento. Ci arrivò davvero vicino l’Italia del 1998, con Paolo Bertolucci capitano, che giunse fino alla finale, giocata per la prima volta nella sua storia, in casa a Milano. L’infortunio di Gaudenzi sul 5-5 del quinto set con lo svedese Norman compromise la sfida, vinta poi nettamente dagli scandinavi. Dal Duemila, infine, gli anni bui del nostro tennis: prima in serie B poi addirittura nella serie C, contro nazionali di livello davvero inferiore. Grazie all’incredibile attaccamento degli azzurri, con in primis il campano Potito Starace (15-1 l’eccezionale bilancio in singolare) l’Italia del tennis è tornata a galla e nello scorso settembre ha riconquistato il World Group. A Napoli la sfida con il Cile vale il secondo anno consecutivo nel grande tennis mondiale. La storia della Davis insegna che è tra le big il posto dell’Italia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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