Le premesse furono gettate in una località del Trentino ancora poco conosciuta, Dimaro, mille e cento abitanti, in val di Sole. Qui, un intero paese, dal Sindaco al proprietario dell’albergo che ospitava il Napoli, si misero a completa disposizione di Mazzarri e dei calciatori. Intorno a quella squadra che s’apprestava a disputare la Champions non doveva mancare nulla. Chiusero persino una strada per evitare che i tifosi si assembrassero fuori dell’albergo. Ingaggiarono steward e vigilantes per garantire massima serenità. Insomma, la mirabile fusione tra vecchi e nuovi è cominciata da lì. E’ vero, mancavano i sudamericani impegnati in Coppa America (Lavezzi, Cavani, Gargano e Zuniga), ma a Mazzarri importava integrare i neo-acquisti con il nucleo storico e lavorare in funzione del campionato e della Champions. Per il tecnico l’armonia del gruppo viene prima di ogni cosa ed è in ritiro che si cementano le amicizie, ci si conosce a fondo, si comincia ad entrare nella mentalità della squadra.
GLI ACCOPPIAMENTI – Già dagli accoppiamenti nelle camere s’intuì che Mazzarri avrebbe voluto accelerare il processo di ambientamento dei nuovi. Così Inler si trovò insieme con Hamsik; Fernandez con il connazionale Campagnaro; Britos con il tenace Grava; Dzemaili con il taciturno Maggio; Rosati con l’altro portiere Colombo; Donadel con Aronica; Santana con Dossena; e così via. La prima coppia a stabilire un feeling immediato fu quella tra Inler ed Hamsik. Si trovarono subito in sintonia. Fuori del campo ma anche sul rettangolo di gioco. Entrambi appassionati di internet. Ambiziosi ed affamati di vittorie. Sembrava che si conoscessero chissà da quanto tempo. Inler scoprì che da quando era stato trasferito al Napoli, le richieste di amicizie sul profilo di Facebook erano schizzate a tredicimila.
DICHIARAZIONE – E’ stata l’estate di Hamsik. Ma i dubbi che lo slovacco davvero volesse lasciare il Napoli per il Milan vennero fugati la sera del 18 luglio. Durante la presentazione della squadra in piazza, Hamsik dichiarò: « Sono felice di essere rimasto qui ». Poi lo invitarono a saltare e cantare « chi non salta è rossonero » e lui si prestò.
IL MESSAGGIO DI CAVANI – Intanto dall’Argentina, gli altri compagni impegnati in Coppa America, comunicavano via e-mail o sms. E Cavani mandò persino un video registrato:« Aspettatemi e ci divertiremo ». Insomma, è stato in ritiro che il gruppo ha trovato la convinzione e la forza di credere che avrebbe potuto fare bene sia in campionato che in Champions.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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