Edinson Cavani, ormai una sorta di viceré di Napoli, ha appena pubblicato “una fotito de la ecografia” del suo secondo figlio, Lucas, un bel nome evangelico. Si è capito subito che quel tweet non era un atto di impudica esibizione, né mirata eccitazione dei media o gioco a mostrarsi nella più violenta intimità, ma un gesto assolutamente religioso. Il bambino nascerà a marzo ma è già tra noi e Cavani ha saputo comunicarcene l’arrivo nella luce azzurrata delle stelle comete, il profilo delle ombre dei lontani magi. Uno dei più grandi calciatori, ma anche piccolo studioso del sacro, ha voluto condividere la complessa semplicità dell’evento (che meraviglia e ci supera ogni volta che accade) con tutti: l’immagine s’è moltiplicata all’infinito su Twitter, ha superato le familiari pareti, il confine che l’ancora alla madre Maria Soledad, presentandoci un nuovo, leggero e pungente, cittadino del mondo (il mondo è una città illimitata col suo mare, un nascosto vulcano che è il focolare di Dio, e un bambino che impara a correre nell’erba alta di efun prato). In questa città, dovunque ci troviamo, apprendiamo ogni giorno la sorpresa di riconoscerci, guardarci negli occhi per l’attesa di qualcuno che impari a parlare e a pensare meglio di noi, a insegnarci i sentieri che inutilmente cerchiamo, la salvezza che aspettiamo, e ci tiri fuori almeno un attimo dall’ansia notturna. Con un gesto di grande umiltà e sapienza, Cavani ha preso dai propri pensieri qualcosa che gli dà tremore e gioia e ha voluto farcene dono: ha fatto quello che si fa solo coi familiari più cari, ci ha guardato, uno per uno, ha messo nella nostra mano quella piccola fotografia (“una fotito de la ecografia”) con la consapevolezza che un bambino è già nato quando lo si aspetta con amore e ha bisogno dello sguardo buono di tutti in quell’illimitata città, con al centro un prato, che è il mondo.
Fonte: Rino Mele per Il Roma
La Redazione
M.V.
