Quattro vittorie di fila, ben cinque i risultati utili consecutivi. E la Juve Stabia si è seduta alla gran corte del calcio di serie B. Sesto posto assoluto, e zona playoff. Dalla trasferta di Ascoli i gialloblù di Braglia sono tornati con quel sogno celato in un cassetto che qualcuno pian piano prova ad aprire: «Prima o poi un giro sulla giostra lo vorrei fare», aveva detto solo qualche mese fa il patron Franco Giglio, costretto a sedersi per un attimo, nell’intervallo della sfida al «Del Duca» nel leggere la classifica del torneo cadetto. Nessun malore, per carità, ma l’emozione di ritrovare la «sua» Juve Stabia lassù, sui monti più alti di una serie cadetta che, al di la’ degli scarni numeri di presenze al Menti il sabato, comincia pian piano a diventare l’habitat dei gialloblù: «Indubbiamente siamo tutti tifosi – spiega il patron -, chi è che non vorrebbe provare per una volta l’ ebrezza della serie A. Per ora, però, dobbiamo solo restare sereni, aspettare questa squadra, che non ha ancora espresso, in molti elementi, tutto il suo potenziale, e continuare a divertirci». Più focoso di indole, stavolta a vestire i panni del pompiere è l’altro socio, Franco Manniello, che prova a riportare tutti coi piedi per terra. «Piano – spiega -. Siamo cauti, e soprattutto concreti. È un bel momento, in cui ci gira tutto per il verso giusto, ed in cui, evidentemente, abbiamo riscosso il credito vantato con la fortuna. La classifica? Non la guardavo da due mesi, l’ho fatto sabato, è vero, ma non faccio troppi voli con la mente». Se a parole fa prove di self control, in pieno stile Lieldhom, nei fatti Manniello resta sempre il primo ultras della Juve Stabia. Da quattro gare, a Grosseto, Piacenza (con la Pro Vercelli) ed Ascoli, una sorta di scaramanzia, lui è rimasto a casa: «E la svolta è arrivata – ride -. Scherzi a parte, fossi sicuro di vincere, la partita non la guarderei neppure in tv». La città, intanto, comincia a sognare sul serio: «La città, la tifoseria – sentenzia Giglio -, sono ormai maturi per certi palcoscenici. Ma, lo ripeto, è presto per pensare in grande. Prima la salvezza, poi proveremo a toglierci qualche sfizio». Guai, invece, a parlare di promozione con Braglia, che per ora pensa solo a blindare la squadra, per tenerla lontana da facili sirene: «La serie A sarebbe l’augurio peggiore che potrebbero farci – ha tuonato il tecnico nelle scorse settimane -. I tre punti di Ascoli sono solo tre mattoncini in più per avvicinarci il prima possibile ai cinquanta punti necessari ad assestarci in questa categoria». Sarà, intanto tra poco più di un mese si tornerà a respirare aria di quella serie A che oggi appare come un miraggio. Il 28 novembre i gialloblù saranno di scena al «Franchi» di Firenze contro Jovetic, Toni ed i viola di Montella per il quarto turno della coppa Italia Tim. Eliminata la Sampdoria al Menti, nel mirino è finita, in caso di qualificazione, l’Udinese. Sogni ad occhi aperti? Chissà. Intanto in città tutti aspettano di risentire il motivetto di Manniello nell’anno della promozione in B: «Non succede, non succede… ma se succede…».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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