Doveva essere la domenica del «tutto esaurito», della risposta di una intera città ai raid di camorra dimostrando plasticamente che Quarto ha scelto di schierarsi contro la camorra e al fianco della squadra antiracket confiscata al clan Polverino: ma sugli spalti erano al massimo un centinaio, con appena 25 spettatori paganti (compresi i supporter avversari) e la totale assenza istituzionale del Comune guidato da un commissario prefettizio. Ieri mattina Quarto ha clamorosamente voltato le spalle alla sua squadra e, insieme, a quel messaggio di ferma condanna dei troppi e strani raid che da mesi la flagellano.
L’ultimo appena una settimana fa: coppe e targhe della legalità rubate da abili mani ignote, che non hanno lasciato tracce. Indagini ferme al palo. Nessuna collaborazione da parte della cittadinanza. Ieri poteva essere la grande occasione di riscatto. Per scrollarsi di dosso quell’immagine opaca di una comunità poco attenta alle iniziative anticamorra, a un anno dal blitz della Dda che portò in cella quaranta tra presunti affiliati, colletti bianchi e capicosca del clan Polverino. C’erano tutte le premesse: per l’intera settimana si erano moltiplicati gli inviti attraverso i social network. Centinaia i manifesti affissi. Inviti rivolti dalla dirigenza della Nuova Quarto Calcio per la Legalità anche alle scolaresche, impegnate nei progetti Pon legalità. Sabato mattina un’auto con tanto di megafono era andata in giro invitando tutti allo stadio nella partita di campionato contro la Sessana. Sforzi messi in piedi dal duo dirigenziale, composto da Luca Catalano e da Luigi Cuomo, e dal loro staff. Ma ieri mattina c’è stato il clamoroso voltafaccia.
È chiaro che sulla scarsa presenza ha pesato anche il cattivo tempo. Scrosci di pioggia e vento freddo. Ma i 25 biglietti da 5 euro ciascuno (con ingresso gratuito per donne e ragazzini) sono davvero un magro bottino. In tutto sugli spalti erano un centinaio, compresi i rappresentanti delle associazioni Libera, Quarto Giovane, Coordinamento famiglie delle vittime innocenti di camorra. «È mancato l’appoggio della gente – notano con rammarico Pasquale Scherillo e Lorenzo Clemente, presenti ieri mattina allo stadio – Ci aspettavamo ben altra presenza». C’erano poi i politici locali di Pd, Pdl (con l’ex sindaco Salatiello), Rc, Verdi e i delegati dei sindaci di Pozzuoli e San Giorgio a Cremano. Mancava il commissario prefettizio Vincenzo Greco. Assenti pure i suoi due vice e i vigili urbani. A controllare l’ordine pubblico un nutrito contingente di carabinieri di Quarto e Pozzuoli. Una fredda domenica. In tutti i sensi.
«Allo stadio si è respirato un clima freddo e le assenze sono state causate anche dal cattivo tempo – dice Gigi Cuomo – Ma è innegabile che Quarto è ancora troppo lontana da questi temi di legalità e tutto ciò ci spinge ad aumentare il nostro impegno. Siamo convinti che la spunteremo noi». «L’appello era partito in tempo utile, con un messaggio forte e chiaro per sostenere la squadra ed esprimere dal vivo la solidarietà alla società calcistica – nota Rosaria Capacchione (Pd), presente ieri a Quarto dopo aver portato la propria solidarietà personale mercoledì scorso – In pochi l’hanno raccolto, con gli spalti semivuoti e le istituzioni assenti, a cominciare dal commissario prefettizio che è espressione diretta dello Stato. È un brutto segnale. È la prova che nella cittadina flegrea, per lungo tempo condizionata dalle attività del clan Polverino e da una classe politica collusa e connivente, c’è ancora molto da fare per recuperare legalità e agibilità democratica».
Il commissario regionale dei Verdi, Francesco Borrelli, ha invece evidenziato che «secondo qualcuno la camorra locale non gradisce la presenza di questa realtà sul territorio e questo spiegherebbe i continui raid e il disinteresse della popolazione. L’isolamento è peggio delle minacce e delle bombe; ora chiediamo a De Laurentiis di adottare la Nuova Quarto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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