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Quarto, controlli beffati: bruciata una rete

Ennesimo raid allo stadio della squadra antiracket. Il blitz durante la notte, poco prima erano passati i carabinieri

Quarto. «Vieni allo stadio per dare un calcio alla camorra», c’era scritto sabato su alcuni manifesti affissi in giro per Quarto per invitare i tifosi allo stadio. Nemmeno dodici ore dopo la vittoriosa gara contro il Mondragone, il team antiracket ha subito una nuova intimidazione. All’alba di ieri, ignoti hanno bruciato con un mozzicone di sigaretta la rete di una porta da gioco. Il fuoco ha sciolto i nodi che legano la rete alla traversa. Qualcuno, dunque, si è intrufolato nella struttura sportiva comunale e senza rubare alcunché ha compiuto il danneggiamento, lasciando a terra il mozzicone che poi è stato rinvenuto da un magazziniere della Nuova Quarto Calcio per la Legalità, squadra confiscata al clan camorristico dei Polverino e che ora milita nel campionato campano Promozione. Sull’episodio, l’ennesimo di una saga infinita condita da furti e danneggiamenti i cui mandanti sono rimasti sempre nell’ombra, indagano i carabinieri della tenenza di Quarto. Una informativa è stata inviata anche al comando provinciale dell’Arma e in procura.
Lascia perplessi un particolare: la notte scorsa per due volte, a distanza di qualche ora, la pattuglia in servizio notturno dei carabinieri è entrata nello stadio per monitorare. È la vigilanza dinamica decisa d’intesa con la procura. Nel rapporto di servizio non è stato segnalato nulla di anomalo. Chi ha agito sapeva di questi controlli e ha atteso il momento giusto? C’è una precisa strategia dietro questi atti? Domande alle quali dovranno dare una risposta gli inquirenti. La Nuova Quarto non è una squadra qualunque. Per la direzione distrettuale antimafia era il giocattolo in mano al capoclan quartese dei Polverino, che dal carcere dell’Ucciardone sceglieva addirittura i giocatori e si informava dei risultati. Poi a maggio 2011 scattò l’operazione «Polvere» che portò in cella oltre quaranta presunti affiliati al clan capeggiato da Giuseppe Polverino, tra i quali anche la dirigenza della vecchia squadra. E dopo la confisca, il team calcistico è divenuto il simbolo dell’azione anticamorra in un territorio a forte penetrazione criminale, dove il Consiglio comunale è stato sciolto per presunte infiltrazioni camorristiche appena qualche giorno fa.
Secondo scioglimento per camorra nel giro di diciotto anni, con il sospetto pesante quanto un macigno di «casi di condizionamenti malavitosi degli organi politico-amministrativi» locali. Da agosto ad oggi la squadra rilevata dal duo dirigenziale composto da Gigi Cuomo e dall’avvocato Luca Catalano ha subito sette misteriosi raid. Dagli scarpini da calcio rubati negli spogliatoi al furto delle targhe dei tornei anticamorra. Dalle panchine danneggiate alle reti delle porte bruciate. «Ci risiamo – sbotta Gigi Cuomo, che è anche referente di Sos Impresa – Siamo vittima di un altro atto intimidatorio, con i nodi delle porte bruciati da un mozzicone di sigaretta. In questi ripetuti raid c’è una cadenza preoccupante, con la quale forse questi ignoti ci vogliono ricordare che loro ci sono sempre e che vogliono continuare a dettar legge. Ma non ci faremo intimidire, anzi andremo avanti e sul nostro campo il 15 aprile farà tappa la Carovana internazionale antimafia e poi andremo in delegazione a Città della Scienza, mentre il 19 aprile inaugureremo il primo sportello antiracket cittadino».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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