Cinque squadre del Campionato Promozione campano avrebbero rifiutato di giocare nel girone della squadra del Nuovo Quarto Antiracket definendola la «squadra degli sbirri», ma dal comitato regionale Figc replicano che «non c’è stato alcun diniego scritto ufficiale» e scoppia il giallo. Da settimane negli ambienti calcistici campani circola con insistenza l’indiscrezione, arrivata anche al patron del Nuovo Quarto, Gigi Cuomo. «Dopo la stesura dei quattro gironi e dei calendari ci è arrivata questa voce, secondo cui alcune squadre avrebbero preferito evitarci perché siamo diventati un simbolo anticamorra – spiega Cuomo, referente dell’associazione nazionale antiusura Sos Impresa – Sarebbe un fatto di inaudita gravità. Ci auguriamo, a questo punto, che tutte le 64 squadre dei gironi di Promozione vogliano condividere il nostro percorso di legalità dentro e fuori dal campo. Ogni dubbio sarebbe così fugato».
Cinque squadre che poi sarebbero finite effettivamente negli altri tre gironi e, dunque, non incontreranno di sicuro il team flegreo sequestrato dalla procura antimafia al clan Polverino e posto in amministrazione giudiziaria per farne un paradigma anticamorra. Non c’è traccia di richieste ufficiali: i team si sono guardati bene dal mettere nero su bianco i loro desiderata anti-Quarto, per scongiurare l’effetto boomerang. Avrebbero solo lasciato intendere una generica volontà di evitare incroci per loro imbarazzanti. Voci che sono arrivate anche ai carabinieri e alla direzione distrettuale antimafia. Una indagine specifica non c’è ancora, ma una informativa di polizia giudiziaria sarebbe confluita nel fascicolo contro ignoti aperto in procura dopo i fatti di Pianura di sabato scorso: durante la gara amichevole Boys Pianurese-Juniores Quarto, un gruppetto di ultras ha scandito cori contro le forze dell’ordine e il pm anticamorra Antonello Ardituro.
La squadra flegrea con il suo messaggio anticlan accende i riflettori su di sé. Troppa attenzione sulle sue partite. Sia da parte dei mass-media che delle forze dell’ordine e della magistratura. E questo sarebbe stato considerato poco opportuno dai dirigenti dei cinque team, finiti poi in altri gironi. Ma nel fascicolo sono confluite anche intercettazioni e annotazioni dei carabinieri contenute nell’ordinanza «Polvere» contro il clan Polverino. Si rileggono ora quegli atti, a cominciare dalle intercettazioni ambientali in carcere, nelle quali il presunto boss Roberto Perrone (oggi pentito) parla con il cognato Castrese Paragliola (indagato per camorra), ex patron del vecchio Quarto.
Perrone è «tifoso sfegatato»: indica alcuni dirigenti di squadre napoletane a lui poco graditi; chiede di esonerare l’allenatore; consiglia l’acquisto di un bomber figlio di un detenuto sotto processo per mafia, conosciuto a Rebibbia, e di un difensore calabrese il cui papà è accusato di affiliazione alla ‘ndrangheta. Si indaga, anche per chiarire eventuali legami con i cori anti-pm e con le frange violente del tifo. Intanto dal Comitato campano Figc arrivano secche smentite all’ipotesi del rifiuto a condividere il girone con il Quarto.
«Non abbiamo ricevuto alcun tipo di diniego in tal senso – replica l’avvocato Salvatore Colonna, presidente Figc Campania – Non l’avremmo consentito. Nessuna squadra campana non si è iscritta in Promozione e nessuna ci ha chiesto chiarimenti o spostamenti. Non c’è alcun mistero. La provincia partenopea può vantare più delle 16 squadre che compongono ogni singolo girone e solo per questo qualcuna è stata distribuita in altri raggruppamenti, seguendo ordinari criteri geografici».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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