ROMA – E’ il colore di tendenza di questa stagione: sette squadre di A, praticamente una su tre, hanno nell’armadietto una maglia gialla, in tutte le sue possibili varianti. E se per Verona e Chievo è il colore, per le altre, dal Napoli all’Atalanta, passando per Juve, Lazio e Milan, è una scelta approvata dagli strateghi del marketing che affonda però radici importanti, e spesso molto più profonde di quello che si potrebbe pensare, nella dimensione della scaramanzia e nella tradizione. Prendete il Milan: prima maglia rossonera, classica, seconda bianca, non si scappa. Ma per la prima volta dal 2005 dagli spogliatoi di Milanello è sparito il completino da look “total black”: l’anno scorso, con quella divisa, arrivò qualche sconfitta di Nel ’99 in giallo Cragnotti vinse la Coppa delle Coppe. Galliani ha bandito il nero, Juve regina d’Europa in blu. Inter rosso stop E Messi a strisce giallorosse…
troppo – a Napoli, a Roma con la Lazio, tanto per citarne un paio – e dal diktat di Galliani è nata la terza maglia color oro – siamo sempre nei dintorni del giallo – che ha anche il pregio di stuzzicare la curiosità dei collezionisti. Tra l’altro, la maglia oro è stata lanciata in anteprima in Milan-Roma, penultima giornata dello scorso campionato. Nella sua storia il Milan ha disputato una sola finale europea in maglia gialla, la Supercoppa Uefa ‘95 (gara di ritorno) vinta contro l’Arsenal.
Il giallo della Lazio – che veste Macron, come il Napoli – è un richiamo scaramantico alla tradizione: gialla era la divisa indossata dalla Lazio nella finale di Coppa delle Coppe del 1999, vinta contro il Maiorca. E in generale, quel colore ricorda gli anni più belli dell’era Cragnotti.
EFFETTO JUVE – Il giallo in casa Juve è tornato dopo cinque stagioni: non sono mancate negli ultimi anni soluzioni sperimentali o maglie celebrative, come quella rosa per ricordare le origini, ma nella storia bianconera c’è un colore che sembra essere il vero portafortuna. Ricordate la maglia blu del ‘96? Aveva inserti gialli sulle spalle a forma di stelle ed è con quella maglia che la Juve alzò la Champions League trionfando per l’ultima volta in Europa. Ogni tanto il blu è riapparso, chissà che l’anno prossimo…
ROSSO INTER – L’Inter del triplete, che si allungò anche nella stagione successiva con Supercoppa italiana, mondiale per club e un’altra Coppa Italia, vinse tutto con la prima maglia, quella nerazzurra. Ai tempi di Mancini fu riproposta quella storica del ‘98, a fasce orizzontali, con cui Ronaldo vinse la Coppa Uefa a Parigi, contro la Lazio. Certo, non ha portato fortuna il rosso che l’anno scorso ha accompagnato l’Inter fuori dalle coppe per la prima volta dopo 14 anni. Ha giocato in rosso anche la Fiorentina di Prandelli, ma qui il colore del fuoco scalda i tifosi solo se accompagnato dal bianco: la terza maglia dell’anno scorso, omaggio alla prima divisa storica della Viola, è diventata oggetto di culto per i collezionisti, tanto che la Joma continua a produrla anche se quest’anno l’alternativa al viola e al bianco (con un tricolore speciale nella versione europea) è un completo grigio finora mai utilizzato. A Bologna, dopo la Coppa America vinta dall’Uruguay nel 2011, fu introdotta una terza maglia celeste, in omaggio a Ramirez e Perez: divenne un amuleto.
BELLE E BRUTTE – A proposito di giallo, all’estero piace molto quello della Juve: la seconda divisa della squadra di Conte è al 7° posto nella classifica stilata dal portale statunitense Bleacher Report e che premia il Psg (prima maglia) come club con la divisa più bella. Prima tra le italiane la Roma (4ª), nella top 25 anche Inter e Milan. C’è la nuova maglia del Barcellona, quella gialla e rossa a strisce verticali. Coraggiosa, non c’è che dire, ma non molto fortunata: a parte la sconfitta estiva nell’amichevole con il Bayern dell’ex Guardiola, con quella maglia i blaugrana non sono andati oltre lo 0-0 con l’Atletico Madrid e l’1-1 con il Milan a San Siro. Bello stupire, ma è meglio andare sul sicuro…
Fonte: Corriere dello Sport
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